Nord e Sud - anno XV - n. 100 - aprile 1968

I Campania da programmare mica regio.nale », che è un po' il « piatto forte» di questo progetto di piano. È stato· elaborato cioè uno schema quantitativo - o « modello » - che riproduce in modo· rigoroso i caratteri essenziali dell'economia regionale, dando modo di tener conto delle interdip·endenze tra le « variabili » di cui questa si compone, di prevederne le mo.dificazioni simultanee, di individuarne le condizioni di coerenza interna. Tutto questo ha permesso di tracciare una cornice sostanzialmente realistica entro cui porre le singole scelte in ognuno degli anni coperti dal piano. L'aggiornamento del bilancio regionale dovrebbe inoltre consentire di controllare, ~nno per anno, l'evolversi dell'economia regionale, e d'identificare quindi i necessari correttivi nel caso in cui quest'ultima prenda una direzione diversa da quella fissata dal piano. L'obiettivo principale di sviluppo prescelto per l'economia campana è quello di garantire nella regione « il massimo livello d'occupazione ed una più efficiente distribuzio-ne degli occupati per attività econo·mica, data una certa offerta di lavoro al 1970 ». Prevedendo una po,polazione al '70 di 5.280.000 abitanti (al netto di un'emigrazione di circa 72.000 persone dal '66 al '70) .e considerato costante il tasso d'attività (32,9% ), l'offerta di lavoro nell'anno finale dovrebbe essere di 1.714.00o · unità. Scontando la disoccupazione « frizionale », le p·ersone occupate dovrebbero essere 1.670.000. Il settore industriale assorbirà la quota maggiore della nuova offerta di lavoro, co·n un aumento del 14,2% per l'intero periodo•. Aumenti sono previsti anche per le attività terziarie e per la Pubblica Amministrazione. L'agricoltura subirà invece un calo del 14,10%. Nel complesso-, i nuovi posti dovrebbero essere in totale 76.900 nell'industria e 58.400 nel settore terziario e servizi vari. Nel settore industriale gl'interventi dovrebbero ispirarsi al criterio di conciliare le esigenze d'occupazio-ne con la necessità •di rafforzare la struttura industriale della regione. A questo scopo, lo schema sugge- , risce di puntare -da una parte sulle industrie leggere a basso rapporto capitale/addetto (vestiario e abbigliamento), dall'altra, .sulla moderna industria meccani,ca e metallurgica a produttività elevata. Ne risulterebbe un saggio· medio annuo· ,d'aumento della produ.ttività del lavoro nel settore ·del 5% ed un valore àggiunto di tali indus~rie di 638,7 miliardi nell'anno finale. Per l'agricoltura, sulla base di un'indagine settoriale, si è scelto · un saggio d'aumento del valore aggiunto del 3,5%, di poco superiore a quello del triennio 1963-66, che è stato del·. 3,05%. Il valore aggiunto· del settore nel 1970 dovrebbe ~onseguire u-n valore di 392,1 miliardi. Grazie ai miglioramenti nella struttura dell'occupazione e della produzione ora esaminati, il reddito regionale dovrebbe crescere ad un , 45 Bibliotecaginobianco --- ---

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