Nord e Sud - anno XV - n. 100 - aprile 1968

I I Campania da programmare ordine 4i precedenza, le esigenze dell'elettorato che li ha scelti, è inevitabile che il vuoto da essi lasciato venga riempito, bene o male, dai / tecnici e dai burocrati. Non è dunque il caso di cercare in questo schema una sintesi convincente delle aspirazioni e dei bisogni delle tanto diverse comunità locali esistenti nella regio-ne, una esplicita indicazione d'interventi-chiave sui quali concentrare le non molte energie campane· nei prossimi anni, una argomentata elaborazione di linee direttive per i setto,ri di più immediato interesse per gli -enti locali e per gli organi periferici della Pubblica Amministrazione. Tutto questo è stato accuratarr;iente tenuto fuori dall'attività del Co-mitato, tanto da far sospettare che la scarsa sensibilità di molti suoi membri per gli studi, specie per quelli riguardanti cose vicine e concrete, co-me le opere pubbliche, i trasporti, le scuole, gli ospedali etc., non sia solo -effetto d'immaturità culturale. La mancanza di conoscenze approfondite rappresenta infatti un comodo alibi per continuare a comportarsi n~l modo tradizionale, vale a dire sollecitando l'assegnazio·ne di questa o quella opera mediante trattative riservate (esattamente come, un secolo e mezzo fa, il Sindaco di Verrières descritto da Stendhal). Un costume che non sarebbe poi così riprovevole, se non fosse uno dei pilastri del sistema clientelare e trasformistico che, causa ed effetto a un tempo del sottosvilup·po, è alla radice dei mali del Mezzo,giorno. Sono questi probabilmente i veri motivi per i quali no·n si è riusciti a mettere insieme i non molti milioni occorrenti a finanziare le inqispensabili ricerche di base, e si è cominciato a lavorare seriamen te alla redazione dello schema sì e no dalla seconda metà del 1967. ·Per cui si può dire che questo schema di sviluppo regio·nale nasce « nonostante» l'atteggiamento- di gran parte dei membri del Co-mitato e solo grazie all'impegno •della segreteria tecnica e alla disinteressata collaborazione di alcuni esperti esterni. 2. Il « taglio » imposto allo schema riflette i limiti di tempo- e di forze entro cui si è svolta la sua stesura. Piuttosto che un piano di contenuti, analitico nella descrizione dei problemi ·e nelle richieste, dettagliato Ii.ella indicazione degli strumenti, abbiamo un « piano-recipiente », che si limita a considerare l'economia regionale in modo globale, tralasciando i problemi specifici delle singole province e dei · diversi settori. In breve, lo « schema » si articola in tre parti. Nella prima, dopo un inquadramento generale dei .problèmi di - sviluppo della Campania, viene compiuta un'analisi della sua ·struttura eco·no-mica, delle sue tendenze evolutive e degli obiettivi che è possibile fissare per il 1970. , 43 Bibl·iot~cag·inobian_co

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==