Nord e Sud - anno XV - n. 100 - aprile 1968

Ettore Serio nato al co,mpletamento delle opere previste e non attuate del « piano Giarrusso ». I lavori effettuati furono 1 , anche in questa occasione, limitati, e i criteri fortemente discutibili. Gli stessi tecnici, per definire quei lavori di esecuzione, usaro·no il termine « sventramento·», e questo dà un'id,ea degli scempi urbanistici compiuti, senza tener co,nto dei valori ambientali e senza preoccupazione alcuna per la salvaguardia -di insigni monumenti. Le leggi 18 e 28 si proponevano, quindi, di sanare una situazione vecchia di secoli. Gli obiettivi drichiarati erano tre: 1) risanare il centro storico, cioè 254 ettari di terreno con una popolazione di 125 mila persone; 2) ridurre la densità demo-grafica da 1400 a 900 abitanti per ettaro; 3) rendere possibile il trasferimento di 45 mila persone in diecimila alloggi popolari da costruire al di fuori dei mandamenti. A questo scopo le leggi prevedevano una serie di strumenti: 5 miliardi al Comune attrav-erso crediti garantiti dallo· Stato-; 4 miliardi 250 milioni alla Cassa per il Mezzogiorno, destinati al finanziamento delle opere pubbliche connesse al risanamento; 25 miliardi per la costruzione delle case popolari. Sicco-me si pensava che il risanamento do,vesse costare una cinquantina di miliardi, era previsto un intervento integrativo della Regione per la somma di 16 miliardi. Di queste somme sono state impegnate fin oggi solo circa 15 miliardi per la costruzio,ne di alloggi popolari, buona parte dei quali non assegnati perché il Comune non ha ancora pro,vveduto· all'esecuzione delle o•pere di urbanizzazione. La legge, nel suo complesso·, non è stata mai app'licata per una disparità di vedute sulla competenza dell'organo (Stato o Regione) che doveva firmare i decreti di approvazione dei piani. Il conflitto è stato risolto solo un mese fa con una « leggina » approvata dalla Commissione Lavori Pubblici della Camera. Ma poteva essere risolto cinque anni prima. Nel frattempo le so·mme si sono svalu*tate e l'industria edilizia è entrata in una crisi paurosa, con sedicimila disoccupati. L'inefficienza burocratica del Comune, per esempio, fa sì che l'IACP abbia una disponibilità di 40 miliardi e possa invece eseguire opere per p'ochissimi miliardi (circa 5, finora appaltati) perché il Comune non ha ancora indicato le aree destinate all'edilizia popolare. Il terremoto, co-me si vede, ha riportato d'attualità - e proprio alla vigilia delle elezio·ni - il problema del risanamento, che non è stato risolto per la mancanza di una reale volontà politica e coinvolge precise responsabilità della classe dirigente (specialmente la DC, ma anche il P.SU e il PRI) che ha amministrato negli ultimi anni il Comune. 38 Bibliotecaginobianco

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