Giuseppe Galasso particolari condizioni econom_iche e po-litiche del proprio paese, alle sue tradizioni, alle forme della sua vita democratica, agli obiettivi imme- · diati che in esso si presentano ». Veniva visto in ciò << un principio fo,nàamentale del marxi·smo e del leninismo, che praticamente è stato riaffermato con la misura di scioglimento tanto del Comintern quanto del Cominfo:rm, pro-prio1 nel momento· in cui i progressi del mo·vimento comunista e della costruzione socialista, la estensione del campo dei paesi socialisti e le grandi vittorie riportate sul fascismo hanno aperto possibilità e vie di nuove avanzate ». Una preoccupazio-ne nuova affiorava, tuttavia, nella tesi ora affermata che, « come è da respingersi la esistenza, quale vi fu nel passato, di ·un centro unico di direzione di tutto il mo,vimento, così non è accettabile la formazio·ne di diversi centri regionali, che farebbero correre il rischio di una pericolosa lotta di frazio·ni » 48 • La preoccupazione nuova non sorgeva e non veniva affacciata senza ragione, dal mo1nento che all'epoca del co·ngresso ( 1962), la frattura cino-so-vietica si era ormai più che chiaramente delineata e il PCI era stato abbastanza sollecito, pur attraverso oscillazioni talvo,lta significative che si erano ripercosse anche in polemiche tra la stampa comunista italiana e quella russa, nell'allinearsi sulla posizione sovietica. Le Tesi· del 10° congresso, secondo un . criterio• adottato a lungo dal PCI e fin troppo co·mprensiqile nella sua motivazio-ne di o·pportunità pratica, preferivano polemizzare piuttosto coi comunisti albanesi che con quelli cinesi. I contrasti con gli albanesi riguardavano, secondo le Tesi, « il problema del rapporto tra la costruzione del socialismo e il rispetto dei princìpi della democrazia, tra .il rafforzamento, e lo sviluppo delle funzioni del partito comunista e l'esistenza nelle sue fila di un regime interno di centralismo democratico », e jnoltre « la solidarietà e l'unità del movimento comunista internazionale e dei paesi socialisti, nella lotta per la loro stessa difesa co,ntro l'imperialismo·». Gli albanesi venivano quindi accusati di avere « abbandonato l'internazionalismo » e « respinto la linea comune del movimento comunista » e di « essersi posti sul terreno di polemiche velenose e false, del frazionismo aperto, della disgregazio·ne delle nostre file ». Ai cinesi le accuse erano• invece ridimensionate nel rilievo della « solidarietà » prestata agli albanesi: una solidarietà che aveva spinto questi ultimi « sulle strade dì inammissibili atta~chi al PCUS, al nostro partito,, ad altri partiti fratelli ». Di co·nseguenza, mentre per gli albanesi si parlava di « posizioni. .. da respingersi e co·ndannarsi senza esitazio,ne », per i ci11esi si parlava di « divergenze » 48 X Congresso, cit., pp. 670-671. 28 Bibliotecaginobianco
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