Nord e Sud - anno XV - n. 100 - aprile 1968

Giuseppe Galasso di una ampia costellazione di forze sociali e politiche» 25 • A sua volta Alfredo Reichlin sosteneva: « Né ricerca astratta cli riforme ...; né... l'idea che qualunque piattaforma di lotta è buona e .che' da cosa nasce cosa'. Invece,... ogni processo di riforma impone, per andare avanti (e non ricadere su se stesso e non aprire quindi crisi senza sbocchi) di modificare qualcosa nei rapporti di forza e di potere .... Al punto in cui è giunta oggi la lotta di classe, porre una ... barriera, separare lotta democratica da lotta socialista, obiettivi democratici da obiettivi più avanzati significa mettere in crisi la lotta democratica stessa e rendere irraggiungibili e vani anche gli obiettivi più limitati. ... Viene dunque dallo sviluppo della realtà oggettiva la conferma che è possibile concepire il processo rivoluzionario non come pura preparazione al 'salto', alla presa del potere, ma come un processo che passa attraverso obiettivi intermedi che il movimento operaio riconosce come propri e che non sono immediatamente socialisti» 26 • Ma forse più articolatamente e compiutamente degli altri interpellati si esprimeva Giorgio Napolitano. « La lotta per le riforme», egli scriveva, « trova in Italia le sue basi nelle condizioni materiali di vita delle masse, così pesanti --- nonostante l'elevamento dei redditi e dei consumi - per l'intrecciarsi di vecchi e nuovi p•roblemi e bisogni, e nella coscienza della necessità e possibilità di spezzare le costrizioni e le suggestioni dello sviluppo monopolistico, per fondare una nuova, più alta condizione umana. Egualmente, che le riforme di struttura debbano portare a degli spostamenti nei rapporti di potere tra le classi, animare un p1 rocesso di lotta per l'avvento di una nuova classe dirigente è per noi fuori discussione ... Quel che occorre è che il movimento operaio sap,pia esprilnere, in ogni fase dello sviluppo ciclico dell'economia capitalistica, una prospettiva di trasformazione, una linea di svilupJJo nuovo e superiore dell'economia e. della società nazionale, e sappia sostenerla anche sul piano delle politiche a breve termine che in un determinato momento si impongono per far fronte a fenomeni vuoi inflazionistici vuoi recessivi e così via. È su questo terreno - sul quale poi si ritrovano nodi di strategia internazionale e non solo nazionale __. che oggi passa in effetti la linea di demarcazione tra posizioni socialdemocratiche e posizioni rivoluzionarie, di lotta conseguente per la democrazia e il socialismo. Istanze come quella di uno ' sviluppo graduale' o di una trasformazione dello stato dall'interno sono state ormai assU11te, in termini e con contenuti nuovi, che nulla hanno in comune con le concezioni opportunistiche di un tempo, in una linea e prospettiva rivoluzionaria, di avanzata verso il socialismo nella democrazia, che si presenta come la sola corrispondente alle condizioni dell'Italia e dei paesi dell'Occidente capitalistico. La differenziazione sostanziale insorge nei confronti di una politica di rinuncia alla lotta per le riforme e quindi ad ogni effettiva trasformazione dello stato, di inserimento in una gestione del potere che si fa assertrice e garante delle esigenze di ' funzionamento' e sviluppo del sistema capitalistico, di collaborazione allo svuotamento anziché al progresso del regime democratico, alla divisione e alla subordinazione del movimento operaio.... Il discorso sulla lotta per le riforme di struttura si ricongiunge (così) chiaramente col discorso sulla lotta per il rinnovamento democratico e per la trasformazione dello stato » 27. In tutte le risposte, dunque, il carattere tattico-strategico delle riforme nella lotta per il socialismo, la rinunzia alla soluzione rivoluzio25 I vi, p. 56. 26 I vi, pp. 108-110. 21 Ivi, p. 75, pp. 8b-83, p. 91. 16 Bibliotecaginobianco

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