Nord e Sud - anno XV - n. 100 - aprile 1968

.. I Recensioni saranno nominati indistintamente, senza usare la parola combattente o nemico: « Tu che passi e guardi -· la pace di questa valle - sosta e ricorda - i nostri morti ». Come si vede, il diario della Origo- si colloca in una posizione tutta particolare nella letteratura di guerra, non appartenendo alla serie dei romanzi che ci hanno dato una trasfigurazione fantastica degli avvenimenti, o una rielaborazio·ne condotta sul filo della memoria; e 11eppure abbandonandosi a commozio-ni troppo vive, che lasciano i fatti a livello di trascrizione immediata, senza il necessario ripensamento; né d'altra parte cede alle tentazioni agiografiche che hanno ispirato, tante saghe resistenziali magnilo 1 quenti e retor.iche. « Si parla troppo della Resistenza e troppo· poco, dei suoi valori », ammoniva nel 1960 Carlo Arturo Jemolo. « Nulla a stupire. La sto,ria di ogni paese insegna quanto sia facile seppellire gli ideali innalzando marmi a coloro che li asseverarono >>. Possiamo concludere che, almeno in questo caso, quei valo·ri non restano una norma astratta, ma assurgono a modo di vita. MARISA CÀSSOLA La religiosità degli italiani In un fin-e e meditato• articolo del 1963 su Com.e studiare la religiosità italiana ( « Il Mulino » ), XII, 1963, fase. 131, pp. 868-869), Alfonso Prandi notava che sulla religiosità degli italiani si è incominciato a ricercare e a scrivere da non molti anni e che questo genere di indagini si è svolto seguendo alcune direzioni fondamentali. La prima è q·uella del discorso impressionistico, costruito sulla base di una rielab,orazione più o meno .in,tel1ligente e originale di alcune affermazioni tradizio·n·ali, generalm.ente antitetiche tra di loro (per esempio, l'italiano è religioso e fedele alle istituzioni cattoliche, oppure l'italiano è cinico e sup1 erstizioso ); la seconda direzione è quella perseguita dalle ricerche della sociologia religiosa sulla scorta delle prove fo,rnite so,p,rattutto in Francia. Prandi, ino1 ltre, si sofferma a criticare il discorso di tipo im.pressionistico in quanto p·rodotto non da o,sservazioni puntuali e fresche, ma guidato da un. apriorismo tutto intessuto di luo,ghi co1m•uni (i quali inglo1 b·ano· in sé anche le impressioni nuove e particolari, quando queste vi sono); ed esprimeva giustamente l'esigenza che la mentalità-guida delle indagini sullo stato della religiosità no-n fosse né genericamente religiosa né antireli,giosa o irreligiosa, né quella pro~cattolica né quella anti-cattolica, né clericale né anticler.icale (giacché in entrambi i casi il risUJltato finisce inevitabilmente con l'essere apolo:getico o denigratorio). A questa esigenza risp.onde ·pienam,ente Silvano Burgalassi co,l suo recente volume sugli Italiani in Chiesa (Brescia, 1967,- pp. 233): egli, infatti, ammonisce esplicitamertte circa i pericoli insiti nel1 le ricerche condoitte seco,ndo un'impostazione prefabb•ricata e riconosce che tale errore è com,messo non so,lo dagli 119 Bibliotecaginobianco

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