Nord e Sud - anno XV - n. 100 - aprile 1968

' ,I Recensioni che si riduce ad alcune brevi annotazioni, scritte sotto il pericolo incombente di un arresto O· di una deportazio.ne, è di una sobrietà esemplare, e tuttavia esce dai limiti di una nuda cronaca, no·n solo· perché riflette in ogni pagina la cultura e l'impegno morale della scrittrice, ma anche per la profonda umanità che ne costituisce il lievito segreto. La Foce era nel 1943 una tenuta modello, alla quale l'a11trice e suo marito, il marchese Antonio Origo, avevano dedicato vent'anni di paziente lavoro, per trasformarla in un centro agricolo- produttivo, per fornirla di ospedale, scuole, servizi sociali di ogni genere. Nessuna avrebbe immaginato che col so,pravvenire della guerra essa si sarebbe tramutata in un centro di soccorso per profughi, partigiani, soldati in fuga dopo 1'8 settembre. Tutto comincia appunto nel gennaio '43, quando gli Origo si offrono di o,spitare un gruppo di bambiini provenienti da Gena-va, una delle città sottoposte ai bombardamenti più intensi. Da questo momento fornire del necessario i piccoli pro.fughi, sfamarli, rassicurarli, diventerà alla Foce l'impegno qt1otidiano più assillante. Dopo pochi mesi vengono ad accrescere la già numerosa colonia cinquanta prigionieri inglesi, adib-iti a lavori agricoli nella fattoria. Anche a loro la Foce offrirà ogni possibile aiuto, fino. a quando riusciranno ad evadere, con l'appoggio dei loro protettori. In questo, primo periodo gli Origo continuano a recarsi ogni tanto in città per i rifornimenti, a mantenere i co·ntatti con gli amici di Roma e di Firenze; hanno così notizia dei primi nuclei di organizzazione clandestina sorti a Roma, degli sb·archi alleati in Sicilia. Poi, dopo• la breve euforia determinata dalla caduta del fascismo, sopravviene 1'8 settembre, _che fa precipitare il paese nel caos; i tedeschi si fanno sempre più minacciosi, gli atti di oppressione e di violenza sempre più frequenti, gli approvvigionamenti sempre più difficili. È così che la comunità della Foce si apre ad una singolare esperienza che la fa ritornare indietro di secoli, al tempo delle guerriglie medioevali: o·gni legame con il mondo esterno è tagliato; la fattoria diviene autosufficiente sfruttando tutte le sue risorse per la produzione dei generi di prima nec~ssità: non solo alimenti, ma anche scarpe, lana per confezionare indumenti e coperte. Resistere ad ogni costo alle vessazioni repubblichine e tedesche diviene la meta di ogni sforzo comune; resistere significa anche prodigarsi per salvare i perseguitati che bussano quotidianamente alle porte della Foce in cerca di scampo e di protezione: patrioti bisogno·si di rifornimenti (con i gruppi del Comitato di Liberazione che agiscono nella zona circostante gli Origo mantengono contatti frequenti), reclute renitenti alla leva nazista, prigionieri inglesi evasi, soldati sbandati. Nella stessa giornata può capitare di curare un partigiano ferito, di cercare un rifugio· per degli ebrei braccati dai tedeschi, di provvedere di cibo dei fuggiaschi. Tutto questo mentre i tedeschi non risparmiano le loro visite alla Foce, aggirandosi per quello stesso giardino dove un ricercato si nasconde temporaneamente in un cespuglio o dietro un albero. Pl:lr affrontando perico,li quotidiani non indiffe1 renti e non· risparmiandosi in alcun modo-, gli Origo no•n potreb·bero da soli portare a termine l'ardua o-pera di soccorso se non sorgesse da parte dei 117 Bibli_otecaginobianco

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