Nord e Sud - anno XV - n. 100 - aprile 1968

Domenico De Masi leaders e gli aspiranti leaders ci sia una larga ed effettiva concorrenza e che coloro che alla fine ottengo-no la leadership godano di un'ampia autonomia e di un effettivo potere. Queste condizioni~ da cui dipende a stabilità della democrazia liberale, vengo.no, garantite dal pluralismo· sociale». Per Kornhauser esistono tre tipi di società: quella pluralistica (U.S.A.), q·uella totalitaria (URSS), quella di massa. La società americana va difesa nell_a sua struttura e condivisa nei suoi valori appunto p·erché _è una società non: di massa ma pluralistica e ciò grazie alla presenza di un gran numero di gruppi inten;nedi e grazie al gioco permanente tra élites e non-élites, lubrificato da una snella mobilità sociale. Ma in che cosa consistono queste critiche alla società di massa contro cui si rivolgono i nostri quattro Autori? Le cosiddette critiche « aristocratiche » nascono tutte dalla paura della massa che preme per essere ammessa al tavolo delle decisioni. La massa, in questo senso, sono- sempre « gli altri », quelli che stanno fuori e bussano per entrare: sono la borghesia per gli aristocratici, sono i piccoli borghesi per la borghesia, sono i proletari per i piécoli borghesi, sono i sotto-proletari per i proletari, so,no i popoli sottosviluppati p-er quelli svilupp·ati, sono i cinesi per i russi, l'America Latina per gli Stati Uniti, e così via, sia su scala macro~sociale che microsociale. Per questi critici di destra, la società di massa co-mpo,rta un crescente egualitarismo, una diffusa disposizio-ne ad accettare forme antiaristocratich·e di governo, il p•redominio delle n1asse, il deterioramento· della qualità in favore del numero, l'avvento dell'autoritarismo facilitato- dalla superorganizzazione e dalla disintegrazione del tessuto sociale, l'impotenza di fronte all'infiltrazione comunista, ·la impossibilità di controllare l'intervento· delle masse nella vita politica, l'eccessiva democrazia (« iperdemocrazia », direbb-e Ortega y Gasset). _ Al punto o:pposto si colloca invece tutta la folta schiera dei « democratici» la cui critica, secondo Shils, deriverebbe « da pregiudizi politici d'origine marxista, da vaghe aspirazio-ni ad un ideale irrealizzabile, da risentimenti verso la società americana e, al fondo, da un ro-manticismo rivestito da linguaggio psicanalitico, socio1ogico ed esistenzialistico». In realtà questi critici - cui va la maggior simpatia dello stesso Mannucci - mostrano di avere i piedi a terra p,iù di -quanto· Shils voglia far credere, e i fatti vanno dando- loro una ragione sem.pre più evidente. Ess_i scorgo-no nella società di massa una pro,gressiva perdita di autonomia da parte delle non-élites, ossia della stragrande maggioranza delle persone e l'affermazione pro·gressiva di élites che, p·ur co,stituite da una cerchia sempre più limitata, dispo:ngono di quei mezzi e di quegli ausili tecnologici che le pongono in grado di manipolare le masse e mobilitarle fino al punto da trasformare le società negli « stati-guarnigione» descritti da Lasswell. D'altra parte l'egoismo e la scarsa circolazio,ne delle élites le costringe a perdere a loro volta ogni autonomia perché la mancata integrazione in ragg.ruppamenti sociali di provata solidarietà le priva dei filtri e delle censure necessari per j 114 Bibliotecaginobianco

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