I RECENSIONI Da Ortega a Marcuse Le lotte studentesche, i focolai di guerra, le istanze del terzo mondo·, il dibattito sulle ideologie, sul ruolo dei partiti, sul destino delle democrazie parlamentari, l'impatto del macchinismo e molteplici altri risvolti delle crisi e delle rivoluzioni che vanno ribollendo nel crogiuolo della società, reso in ogni sua parte presente e partecipe grazie ai sussidi della tecnologia, hanno creato un reticolo di teorie e di proposte sempre più intricato, con nodi e grumi di scuole e di autori che ne rendono difficile l'orientamento e la sistemazione logica. La mapp-a di questo reticolo - o, per lo meno, di una delle numerose « conurbazioni » ideologiche in cui si articola - ci è offerta dal « primo risultato di una ricerca intrapresa su alcuni problemi di sociologia della democrazia nelle società industrializzate », esposto da Cesare Mannucci nel volume La società di massa (Edizioni di Comunità, Milano 1967). La struttura portante della metodologia del volume è estremamente semplice: disposti uno accanto all'altro gli studi di quattro autori americani - Bell, Bramson, Kornhauser e Shils - Mannucci seziona orizzontalmente il fascio, ottenendo così un dibattito a quattro voci sulle teorie di « società di massa », sul valore scientifico di queste teorie, sul rapporto esistente tra Stati Uniti e società di massa, sulle proposte contrapponibili. Da questo nucleo centrale la discussione si allarga facendo posto via via all'intervento di altri autori, fino a coprire una grossa area della cultura sociologica contemporanea, finalmente disposta in un preciso diagramma che ne rende agevole la lettura e l'interpretazio·ne. · I quattro Autori partono- da punti diversi ma approdano alla stessa giustificazione a difesa della società americana che - tutti eccetto Kornhauser - identificano con la società di massa.· Per fare ciò, essi hanno da respingere sia le argomentazioni di coloro che criticano questa società da destra, in nome delle élites (Lippmann, Eliot, Marcel, 01 rtega y Gasset e, ancor prima, Le Bon, Tocqt1eville, Burckhardt); sia le argomentazioni di ca.. loro che avanzano critiche da sinistra, scorgendo nella società di massa le condizioni di vulnerabilità all'alienazione, all'anomia e al totalitarismo (W. Mills, H. S. Hughes, E. van den Haag, Wolff, Moore, Marcuse). Accomunare tutti e quattro gli Autori come portatori di un'unica teoria~ .sareb-be troppo semplicistico. Così, ad esempio, per Shils, Beli e Bramson il fatto che i teorici professino dei « valori » rende inservibile la stessa idea di società di massa, mentre per Kornhauser i valori professati hanno se non altro ìl positivo effetto di rivelare, tra le diverse concezioni critiche, quale è l'aristocratica e quale la democratica. Così pure, per Shils e Beli 111 s·rbliotecag·inobianco
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