Massinio Galluppi tasse quindi un certo grado di pericolosità per l'equilibrio politico del paese, l'assecondarlo poteva costituire un ottimo alibi per una classe dirigente che dai rusisi era stata portata al ·potere ed era, quindi, in una certa misura, compromessa con loro. L'adattamento era tanto più facile in quanto il nazionalismo antirusso non doveva essere completamente estraneo a certi gruppi di potere affermatisi nel partito comunista romeno dopo l'eliminazione del gruppo Pauker-Luca-Gheorghescu. In quanto all'operazione in se stessa, essa sembrava tanto più facilmente attuabile in quanto, in una situazione internazionale distesa e in una situazione di crisi all'interno del blocco orientale, il rischio di una reazione sovietica, del tipo di quella verificatasi all'epoca della rivoluzione ungherese del 1956, sembrava essere minimo. L'ipotesi più probabile, tuttavia, è che i capi comunisti romeni abbiano deliberatamente sollecitato le reazioni emotive del paese per favorire un'operazione politica che ha funzioni ed obbiettivi antisovietici, ma in un senso molto più moderno e politicamente più valido - anche se discutibile - di quello rappresentato dall'esplosione di antichi - e recenti - odi nazionali e razziali. Anche questa operazione ha il suo fondamento nel sentimento nazionale ed ha come obbiettivo la tutela dell'indipendenza dello Stato. In questo caso, però, il concetto di Stato si proietta in una dimensione estranea alle masse: lo Stato è visto nel suo aspetto più costruttivo, di apparato moderno ed efficiente, al quale le varie tendenze della vita nazionale si ricollegano per riceverne coordinamento e impulso. Nell'ambito di questa nuova prospettiva, il nazionalismo assume un significato del tutto particolare. Strappato agli interessi incoerenti della società contadina, esso acquista un carattere per certi aspetti progressista e si pone come obbiettivo la maturità istituzionale e organizzativa dell'apparato centralizzatore dello Stato. In Romania, il regime comunista aveva fatto buoni progressi su questa strada. Il fatto che l'intelaiatura dell'apparato statale fosse stata realizzata con gli strumenti ed i meccanismi tipici del potere staliniano non toglieva niente alla sua straordinaria efficienza. Forse, dato il carattere personale dell'autorità politica, non vi era stata una vera e propria maturazione istituzionale del regime; era stato comunque creato un sistema di governo che aveva saputo dominare - con quale spietata determinazione è forse difficile immaginare - le tradizionali forze centrifughe della società romena; aveva spezzato il potere politico ed economico del latifondo ed imposto una linea di condotta unitaria ad una collettività che, indifferente od ostile, non aveva saputo peraltro proporre niente di meglio. Allo scadere degli anni cinquanta rimaneva, però, da risolvere un 86 Biblioteca Gino Bia co
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==