Note della Redazione Scopo di questo convegno era quello di fare il punto sulla situazione e sulle attività delle otto Stazioni sperimentali che dipendono dal Ministero dell'Industria. Tali stazioni sono poche e povere sia di personale che di 1nezzi. Quanto alla loro distribuzione geografica, le Sta~ioni sperim,entali di cui dicevamo sono naturalmente più numerose nel Nord di quanto non lo siano nel Sud: quattro sono a Milano (combustibili; cellulosa, carta e fibre tessili; olii e grassi; seta), una è a Parma (conserve alin1entari) e un'altra a VeneziaMurano (vetro); al Sud ci sono la Stazione di Napoli (pelli e 1naterie concianti) e quella di Reggio Calabria ( essenze e derivati degli agrwni). C'è ora un disegno di legge in preparazione per un progra1nn1a quinquennale di riordinamento e di potenzian1ento delle Stazioni esistenti e di nuove Stazioni da creare, per le materie plastiche, il legno, l'edili ia, i 1netalli, la ceramica, ecc. L1onere dello Stato è pre isto in un 1niliardo all'anno, somn1a certamente esigua, se si pensa alle esigen e che si devono soddisfare, di an1pliamento degli organici e di dota"ione delle ve 71ie e nuove Stazioni con adeguate attrezzature tecniche. Quella che, comunque, ci pre,ne di mettere ora in 1-ilie o - e che non ci risulta, sulla base dell'articolo di Maraldi, ia . tata ni a in rilievo nel convegno di Roma - è l'esigenza di stabilire un rapporto co rente fra la politica della ricerca scientifica, e quindi anche quella dir t ta a poten"iare ed a 1noltiplicare le Stazioni sperimentali dipend nti dal Mini t ro d ll'Indu tria, e la politica di industrializza..,ione del M ogiorno. P r l gg , il 01npito degli istituti di Stato è di assistere con le loro ri er h l 111die e le piccole industrie, nientre le grandi industrie hanno i propri laboratori di ricerca. Si tratta allora di riproporre la alita Ila: l niw Sta .ioni perilnent,ali devono essere create là dove già esiste un te uto fitto e continuo di piccole e medie industrie o là dove questo te uto d e an ora fonnar i, e occorre fare il possibile perché i fornii? Alberto Ronchey ha concluso un uo << lungo iaggio » nel Sud, scrivendo e dimostrando sulla « Sta,npa » che « il M zo iorno compie rapidi progressi, ma ha tuttora un ritardo di trent'anni»· e agli inizi del uo « lungo viaggio» aveva scritto da Napoli che occorre un grande far .o di « fantasia » per venire a capo del caos napoletano e per inve lire Napoli di nuove e positive funzioni nel quadro italiano in generale e nel quadro 1neridionale in particolare. Ora, a noi se,nbra, e già altre volte lo abbia,no detto, che si debba puntare, per consentire al Me ..,ogiorno di recuperare il suo trentennale ritardo, sugli insediamenti dei nuovi centri di ricerca scientifica, pubblici e privati, nelle aree del Mezzogiorno che, per una serie di requisiti, 1neglio si prestano a favorire tali insediamenti; e non c'è nemmeno bisogno di n1olta «fantasia» per aff ern1are che, fra queste aree, la più dotata dei requisiti necessari, è quella di Napoli, molto vicina a Roma, relativa,nente vicina alle altre regioni del Mezzogiorno, vicinissima ... a Capri e ad Ischia. Oggi, e anche questo lo abbiamo detto spesso, sono gli insediamenti della ricerca scientifica a richiamare intorno a sé gli investimenti industriali e in particolare gli investimenti nelle cosiddette « attività di punta » che n1agari non promettono un alto 51 BibliotecaGino Bianco
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