Nord e Sud - anno XIII - n. 80 - agosto 1966

I Le keynésien malgré lui niste, di stampo keynesiano, mal si adattino alla austera visione classica, cara agli esperti dell'Istituto di emissione. Se queste sono le vedute delle autorità economiche, l'economia Haliana, volendo uscire dalla depressione, dovrà farlo da sola, senza l'ausilio di misure anticongiunturali specifiche. L'uscita dalla depressione non sarà né immediata, né facile; ma, se le esportazioni continueranno a procedere al medesimo ritmo, essa potrà essere realizzata. La domanda globale, cioè la somma di domanda interna e domanda estera, è aumentata nel 1965 di un ammontare assai minore che negli anni dell'espansione; appena mille miliardi, in termini reali, contro i duemila miliardi di aumento annuo degli anni precedenti il 1964-.A questi livelli, la domanda di investimenti non può che essere modesta. Ma, grazie alle esportazioni, se il tasso di accrescim~nto del 3% verrà conservato, la domanda globale crescerà sempre di più in cifra assoluta e finirà con l'indurre, prima o poi, un aumento anche nel volume degli investimenti. Quando gli investimenti avranno ripreso ad aumentare, l'aumento della domanda globale seguirà con ritmo assai più sostenuto e la ripresa sarà avviata. L'unico punto di incertezza in questo meccanismo è dato dal fatto che le esportazioni rappresentano il solo elemento autonomo: se, cosa non augurabile, il sostegno delle esportazioni dovesse venir meno, e le autorità persistessero nella loro riluttanza a dare vita ad una politica anticongiunturale, la ripresa diverrebbe davvero problematica. Il settore privato durante la depressione Non vi sarà da meravigliarsi se l'econo1nia italiana uscirà dalla crisi alquanto trasformata; anzi, non è da escludere che gli anni della depressione finiscano con l'apparire come uno degli atti finali di un lungo processo di trasformazione che si è iniziato fin dall'immediato dopoguerra. Vent'anni or sono, l'economia italiana ereditava dalle rovine della guerra un settore industriale piccolo di dimensioni e inefficiente per struttura. L'industria italiana era prevalentemente orientata verso la produzione di beni di consumo e si appoggiava quasi esclusivamente al mercato interno. I settori portanti dell'industria italiana erano costituiti dall'industria tessile, l'industria alimentare, l'industria produttrice di energia elettrica (prevalentemente utilizzata per illuminazione). Il miracolo economico italiano è consistito essenzialmente nel trasformare l'industria, originariamente confinata al mercato interno e basata sulla produzione di beni di consumo, in una grande industria europea, basata così sulla produzione di beni di consumo come sulla produzione di beni strumentali. Attualmente, i settori che alla vigilia della guerra erano 39 BibliotecaGino Bianco

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