Augusto Graziani Governatore, i maggiori fondi raccolti a medio e lungo termine nel 1965 da parte del Tesoro e degli enti pubblici non sono serviti a finanziare nuovi investimenti, come sarebbe stato ragionevole attendersi, ma si sono sperduti in rivoli diversi; parte di essi hanno finanziato le spese correnti di gestione, e quindi gli aumenti di salari nel settore terziario, e hanno finito col ricomparire sul mercato come domanda di beni di consumo; parte sono addirittura rimasti inutilizzati, rappresentando solo un trasferimento di liquidità dalle aziende di credito agli enti cui erano stati attribuiti. È difficile dire fino a che punto le illazioni del Governatore possano essere documentate rigorosamente. Ma è certo che, anche prescindendo dall'autorità della fonte, sono proprio considerazioni di questo genere le uniche che possono conciliare le risultanze dei conti economici con quelle dei flussi finanziari per il 1965. Solo così si può spiegare per quali ragioni, a prima vista misteriose, un aumento così cospicuo della raccolta di fondi a medio e lungo termine da parte di imprese industriali, invece di produrre un aumento di investimenti e una riduzione di consumi, abbia prodotto risultati esattamente opposti. Ancora una volta nel corso del 1965 la manovra della liquidità è dunque fallita. Nel 1964, i tentativi di vitalizzare gli investimenti mediante una più generosa politica del credito avevano contribuito solo ad accrescere la liquidità delle aziende di credito e a costringere le autorità monetarie a intervenire con acquisti di sostegno sul mercato finanziario. Nel 1965, il tentativo di far affluire alle imprese fondi a lungo termine, consentendo alle banche l'acquisto di obbligazioni, ha condotto solo a trasferire liquidità dalle aziende di credito alle imprese pubbliche o, nel migliore dei casi, a finanziare aumenti di salari e quindi la domanda di beni di consumo. Decisamente, l'esperienza italiana non fa che riconfermare la verità, del resto ben nota, che lo strumento monetario è un ottimo freno allorché si tratta di arrestare la macchina dell'economia, ma è una ben misera frusta allorché si tratta di accelerarne l'andatura. La via della ripresa Se la manovra monetaria è fallita come strumento atto a suscitare la ripresa dell'attività produttiva, se gli investimenti continuano a ristagnare e si prevede che nemmeno nel 1966 sarà possibile realizzare un maggiore intervento del settore pubblico, quale potrà essere mai la via della ripresa? Su questo punto, il Governatore della Banca d~Italia ha manifestato in passato e ha nuovamente ribadito, in occasione dell'ultima assemblea 34 BibliotecaGino Bianco
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