, Le keynésien malgré lui mercato dei capitali. Nel 1965, Tesoro e imprese pubbliche hanno dunque avuto ogni possibilità di raccogliere i fondi necessari alla ripresa degli investimenti. Ma allora, se il sistema bancario si è mostrato così incline a finanziare il settore pubblico, al punto che, per soddisfare le esigenze di questo, è giunto fino a modificare gradualn1ente ma costantemente i criteri base della politica del credito, come può mai trovare spiegazione il fatto che nemmeno nel corso del 1965 si sia verificata una ripresa degli investimenti pubblici? Nel 1964, la semplice espansione della liquidità bancaria poteva essere stata insufficiente di per sé a stimolare la domanda di beni strumentali; ma, nel 1965, erano le stesse imprese pubbliche a farsi avanti per chiedere finanziamenti a lungo termine e, se il sistema bancario veniva loro incontro mettendo a disposizione le risorse liquide di cui disponeva, ci si sarebbe dovuti ragionevolmente aspettare un ripresa sensibile degli investimenti nel settore pubblico. Viceversa, come abbiamo già notato, nel corso del 1965, gli investimenti in opere pubbliche sono rimasti stazionari e quelli delle imprese a partecipazione statale si sono ridotti del 13% (del 18%, se si escludono gli investimenti dell'Enel). La spiegazione di questa anomalia viene almeno in parte suggerita da alcuni discreti accenni contenuti nella Relazione del Governatore della Banca d'Italia. Per quanto riguarda l'andamento della spesa pubblica (Stato, Cassa depositi e prestiti, enti locali, enti di previdenza e assistenza) il Governatore richiama la lentezza della macchina burocratica, che inserisce lunghi ritardi fra deliberazione e attuazione di ogni spesa (pag. 251); molte volte, nuove spese di investimento richiedono nuovi provvedimenti legislativi, che a loro volta subiscono lunghe trafile parlamentari (questo è il caso, ad esempio, del piano verde, della legge per l'edilizia scolastica, del piano di rammodernamento per le Ferrovie dello Stato) (pag. 419). Per le imprese a partecipazione statale, subentrano altri elementi a rendere la situazione più delicata. In talune zone del settore pubblico, osserva il Governatore (pag. 421), si hanno disavanzi che risultano da eccesso delle spese correnti sulle entrate correnti, cosicché il flusso di risparmio addizionale, che sia indotto dall'espansione monetaria, in parte almeno, anziché finanziare investin1enti, ripiana il vuoto di risparmio espresso dal disavanzo. Osserva ancora il Governatore (pag. 417) che nel 1965 una parte cospicua delle somme isctitte nel bilancio dello Stato come pagamenti per investimenti, ha esaurito il proprio effetto con il trasferimento da un settore all'altro della pubblica amministrazione, e in molti casi ha contribuito solo ad accrescere la liquidità degli enti cui la somma era stata attribuita. Il senso di queste considerazioni è chiaro. Secondo l'opinione del 33 BibliotecaGino Bianco
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