Nord e Sud - anno XIII - n. 80 - agosto 1966

, Le keynésien rnalgré lui raccogliere, direttamente o indirettamente, liquidità a breve termine e impiegarla a medio e lungo termine. Negli altri paesi, specie nei paesi anglosassoni, istituzioni del genere esistono e svolgono la funzione preziosa di creare un canale di intermediazione fra il me1-cato monetario e il mercato finanziario; in Italia, viceversa, l'ideale che, da quarant'anni a questa parte, ha ispirato i tecnici del credito è stato sempre quello di separare rigorosamente i due mercati. Senonché, nel tentativo di porre la struttura creditizia al riparo dai rischi che ogni immobilizzo porta con sé, sembra che si sia data vita a una struttura caratterizzata da non poca rigidità. Per questa volta, la rigidità è stata rotta dall'intervento deliberato delle autorità monetarie. Ma, a lungo andare, l'esigenza di una più diretta comunicazione fra mercato monetario e mercato finanziario si farà sentire anche nel nostro paese; e poiché non sarà possibile ricorrere sistematicamente all'intervento delle banche di credito ordinario senza snaturarne pericolosamente la funzione, sarà necessario procedere ad una revisione di struttura del mercato finanziario italiano, per dotarlo di quelle istituzioni delle quali in questi anni si è sentita così acutamente la mancanza. L'intervento diretto delle banche di credito ordinario sul mercato dei capitali, se, per le ragioni che abbiamo indicate, si è rivelato indispensabile, viene tuttavia giustamente considerato come eccezionale dalle autorità monetarie. Non a caso, il Governatore della Ba11ca d'Italia, nella Relazione per l'anno 1965, dedica larga parte del suo discorso ad illustrare le ragioni che hanno giustificato tale intervento e i motivi per i quali si può ritenere che esso non leda il principio fondamentale della separazione del credito. Il Governatore fa osservare che l'ingresso delle banche italiane nel mercato dei capitali corrisponde ad un'evoluzione analoga a quella che si verifica anche in altri paesi europei, specie in quelli nei quali risultano limitate le possibilità di autofinanziamento delle imprese (pag. 413 ). L'importante, osserva il Governatore, è di stabilire con esattezza la forma in cui questo ingresso deve avvenire. Se le aziende di credito prendono partecipazioni dirette nelle imprese industriali, esse si trovano coinvolte nelle vicende di imprese singole, cosa che l'esperienza ha mostrato essere densa di pericoli. Ma esiste anche un modo diverso di procedere a finanziamenti a lungo termine, modo che consiste nell'acquistare titoli emessi da istituti di credito mobiliare; per questa via, le aziende di credito fanno ugualmente affluire i propri mezzi liquidi agli investimenti a medio e lungo termine, ma possono attuare una maggiore ripartizione di rischi e attutire, attraverso l'intermediazione degli Istituti di credito, la misura della propria esposizione (pagg. 413414 ). Questa è la tecnica che, come abbiamo visto, le aziende di credito 31 BibliotecaGino Bianco

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