, Le keynésien 1nalgré lui l'anno, i tassi scesero lievemente fino al 7,2%, ma la liquidità bancaria si accrebbe di quasi 166 miliardi. Era chiaro che mancavano gli strumenti per realizzare tutti gli obiettivi desiderati. Le autorità monetarie avevano contato sulla ripresa degli investimenti produttivi; questa avrebbe da sé riassorbito la liquidità delle banche fornendo spontaneamente lo strumento mancante. Ma la politica che avrebbe funzionato in un periodo di ripresa non poteva funzionare in clima di perdurante depressione. Fu così che le autorità monetarie si risolsero ad abbandonare uno degli obiettivi inizialmente assunti e consentirono alle aziende di credito di impiegare le proprie risorse liquide acquistando titoli sul mercato finanziario. Questo mutamento di indirizzo, già in parte preannunciato nel 1964, allorché era stato consentito alle banche di detenere sotto forma di titoli parte delle proprie riserve, fu attuato pienamente e su vasta scala nel corso del 1965. Il niercato dei capitali nel 1965 In tutti i paesi europei, il 1965 è stato un anno caratterizzato da scarsità di ·capitali. Molti fattori hanno contribuito a determinare questa situazione. Anzitutto, la dilatazione crescente della spesa pubblica ha indotto il settore pubblico a fare ricorso in misura crescente al mercato finanziario; in pari tempo, anche le imprese private hanno potuto fare affidamento sull'autofinanziam nto in misura sempre minore e si sono trovate costrette ad attingere sempre più generosamente al mercato dei capitali. A questo si sono aggiunti gli effetti delle misure restrittive introdotte negli Stati Uniti riguardo all'esportazion di capitale, misure che hanno indotto molte imprese americane attive in Europa a finanziare i propri investimenti direttamente sul mercato europeo. Nei principali paesi europei si è prodotto così un fort au1nento delle emissioni di valori n1obiliari, che ha portato con sé un diffuso rialzo nei tassi di interesse, particolarmente sentito in Gennania e nei Paesi Bassi. L'Italia non è andata esente da sviluppi simili, che hanno messo le autorità monetarie italiane di fronte ad una situazione non facile. Da un lato, la disponibilità di liquidità si era contratta per il minore afflusso di capitali dall'estero, afflusso che viceversa l'anno precedente aveva consentito di collocare un cospicuo ammontare di azioni di nuova emissione, contribuendo a contenere il crollo dei corsi di borsa. D'altro canto, crescevano le richieste di emissione -da parte degli enti pubblici, specie ad opera dell'Enel, che, entrato nel mercato finanziario nel 1964, andava sviluppando le proprie emissioni molto rapidamente, fino a rac29 BibliotecaGino Bianco
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