Augusto Graziani significato ritornare a un sistema che era stato abbandonato proprio per i gravi inconvenienti cui aveva dato luogo. Alla seconda alternativa si opponevano ragioni di opportunità più immediata: procedere a vendite rilevanti di titoli pubblici sul mercato finanziario allo scopo di rastrellare la liquidità delle banche avrebbe significato deprimere ulteriormente i corsi già depressi dei titoli azionari e obbligazionari, e provocare un rialzo dei tassi di interesse a lungo termine proprio in un momento in cui i tassi sfioravano livelli mai raggiunti in precedenza ed era se mai desiderabile che essi scendessero a livelli più compatibili con la ripresa degli investimenti e con le possibilità finanziarie delle imprese in regime di stabilità monetaria. Di fronte a queste difficoltà, le autorità monetarie assunsero da principio un atteggiamento cauto, cercando di salvare la situazione su tutti i fronti. Le aziende di credito furono autorizzate a tenere una parte delle proprie riserve sotto fonna di titoli a lungo termine, senza tuttavia essere autorizzate a procedere ad acquisti sistematici (pur chiudendosi un occhio se le banche di fatto impegnavano a lungo termine parte delle somme raccolte a breve: si veda su questo punto la Relazione della Banca d'Italia per l'anno 1964, pag. 355). Al tempo stesso, le operazioni di mercato aperto furono eseguite nel senso dell'acquisto, in modo da sostenere, nei limiti del possibile, i corsi di borsa. Era una politica mossa indubbiamente dall'intenzione lodevole di soddisfare tutte le esigenze del momento; ed era per di più una politica resa inaspettatamente necessaria dal fatto che la liquidità che affluiva dall'estero, invece di orientarsi verso gli impieghi produttivi, ristagnava presso le aziende di credito. Ma era una politica troppo ambiziosa per poter conseguire pieno successo. In buona sostanza, le autorità monetarie, pur potendo contare su due soli strumenti (le operazioni di mercato aperto e il controllo sugli acquisti delle aziende di credito) tentavano di raggiungere simultaneamente tre obiettivi, e precisamente quelli di limitare l'ingresso di titoli a lungo termine nel portafoglio delle banche di credito ordinario, di ridurre la liquidità delle banche stesse e di far decrescere il livello dei tassi di interesse sul mercato finanziario. Il controllo sugli acquisti delle aziende di credito fu utilizzato jn modo da contenere le immobilizzazioni a lungo tennine, realizzando così il primo obiettivo. Per raggiungere gli altri due, restava il solo stn~mento delle operazioni di mercato aperto, con il risultato che, dei due obiettivi, fu possibile conseguirne solo uno. Nel primo semestre del 1964, si riuscì a tenere stazionaria la liquidità bancaria, ma i tassi di interesse a lungo termine continuarono a salire fino a toccare nel giugno la punta vertiginosa dell'8~'0; viceversa, nel secondo semestre del28 BibliotecaGino Bianco
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