, Le keynésien malgré lui fra costi e ricavi al livello « normale » degli anni precedenti la cns1. E poiché non è possibile operare sui ricavi delle imprese, occorre operare sui costi, frenando l'aumento dei salari. Il controllo dei salari rappresenta dunque il capitolo primo della politica di ripresa. Questa tesi assumeva, come è naturale, le sfumature più svariate, a seconda degli orientamenti particolari di chi se ne faceva sostenitore. I più duri invocavano il blocco dei salari, i più teneri una politica dei redditi concordata fra impresa e sindacato. Ma la sostanza del ragionamento non variava di molto. Alla tesi di destra, si contrapponeva la tesi consumista, di sinistra, sostenuta prevalentemente dai sindacati, che affrontavano il problema in modo radicalmente opposto. La crisi economica, secondo questo modo di vedere, rappresentava un caso tipico di depressione industriale, dovuta a carenza di domanda globale. La caduta degli investimenti aveva portato con sé la disoccupazione e la caduta della domanda di beni di consumo. Poiché sarebbe stato errato stimolare gli investimenti -in un momento in cui si lamentava se mai eccesso di capacità produttiva, il rimedio andava cercato in un aumento dei consumi. Occorreva, quindi, aumentare la capacità d'acquisto delle classi lavoratrici, accrescendo j salari; si sarebbe avuto di conseguenza un aumento della domanda di beni di consumo che avrebbe esplicato i suoi effetti moltiplicativi accrescendo il volume delle vendite e stimolando la ripresa della produzione industriale. La via della ripresa partiva, dunque, secondo questa tesi,· dalla continuazione degli aumenti salariali. La terza tesi, la tesi monetarista, si presentava, almeno in linea di principio, come una tesi neutrale, svincolata da precise posizioni di partito e ispirata unicamente a principi tecnici di gestione dell'economia. La tesi monetarista proponeva una semplice inversione di manovra: come nell'anno 1963, per frenare l'inflazione e il disavanzo della bilancia dei pagamenti, si era attuata una restrizione della circolazione monetaria e creditizia, così, ora, per stimolare la ripresa, era necessario attuare una politica ,del credito più generosa, offrendo alle imprese i mezzi finanziari necessari alla ripresa degli investimenti. Anche questa tesi era sostenuta dalla Banca d'Italia, la quale, coerente con le proprie dichiarazioni, non aveva esitato a favorire l'accrescimento della liquidità del sistema economico e la concessione di finanzia1nenti alle im- · prese che ne facessero richiesta. La quarta tesi, la tesi degli· .investimenti, si presentava come una tesi dottrinaria, sostenuta più da osservatori indipendenti che da ambienti ufficiali. I sostenitori di questa tesi osservavano co1ne fosse vano sperare che le imprese riprendessero l'attività produttiva solo perché 23 BibliotecaGino Bianco
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