Nord e Sud - anno XIII - n. 80 - agosto 1966

I Venti anni di repubblica Misurare la forza morale e materiale di un regime è sempre assai difficile, benché sia sempre possibile. Queste poche linee non presumono di dare una misura. Chi potrebbe presumere di dire quanto positivamente abbia contato, per la stabilizzazione del regime democratico in Italia, la durevole fase di stabilità che, dalla fine della guerra in poi, l'intero sistema degli stati europei si è fortunatamente trovato ad attraversare? Chi può dire già oggi quale peso negativo siano per avere quegli aspetti della vri.ta moderna che incoraggiano alla « spoliticizzazione », quegli aspetti della vita di massa e quelle esigenze tecnocratiche e tecno}ogiche che si potrebbero definire come gli aspetti oggettivi del gollismo? Chi potrebbe affermare di possedere il segreto del complesso gioco di pressioni che da parte privata e dal settore pubblico si esercitano ai vari livelli della vita politica e sociale e ne costituiscono uno dei più importanti elementi dinamici? Chi oserebbe dire che l'attività culturale di questi venti anni sia sempre stata all'altezza della situazione e che almeno i « chierici » possano dirsi immuni da gravi responsabilità? Con tutto ciò ci sembra innegabile che il bilancio di questi venti anni di Repubblica è, come dicevamo, sostanzialmente positivo. Non è cosa da poco quella di aver secondato il libero svolgimento delle lotte politiche e sociali in un paese povero e afflitto dai formidabili problemi del 1945; non è cosa da poco quella di aver sollecitato l'impetuoso sviluppo economico e sociale dell'Italia del boom; non è cosa da poco l'aver resistito ad ogni tentazione autoritaria, anche quando la Francia ne ha dato il la, e l'aver dato vita ad un regime democratico che, secondo ogni apparenza, è più autentico di quello vigente in qualche altro grande paese europeo, com'è la Germania; non è cosa da poco l'aver avviato una trasformazione dello spirito pubblico che rende l'Italia di oggi irriconoscibile al confronto col paese dalle masse bigotte e conformiste o dai violenti sussulti sociali che era l'Italia di pochi decenni or sono. Ed è perciò che riteniamo ingiustificato il tono di delusione risentita col quale molti nostri intellettuali, anche di sicura fede democratica, hanno parlato del ventennale della Repubblica. I problemi della democrazia e della società italiana di oggi sono quelli che sono; i pericoli e i contrasti in nessun modo sono sottovalutabili. Ma quale concreto significato storico e politico può avere il parlare di un « tradimento» degli « ideali della Resistenza»? Nessuno di noi oserebbe affer .. mare che il clima morale del paese sia rimasto al grado di incandescenza che esso raggiunse negli anni della Resistenza; e questa della assenza di un forte principio morale nazionale presente ed attivo nella vita pubblica è certamente una delle proccupazioni più gravi e più nobili che si possano affacciare sulla consistenza intima della democrazia in Italia. 15 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==