Nord e Sud - anno XIII - n. 80 - agosto 1966

, Venti anni di repubblica caso di invalidità, a proteggerne la vecchiaia, e così via. Basti anche qui pensare all'estensione, ormai quasi generale, dell'assistenza mutualistica; alle prescrizioni in materia contrattuale; alle disposizioni vigenti per le madri lavoratrici; alle norme sulla « giusta causa », sul blocco dei fitti, sull'ammasso di alcuni prodotti etc. È vero che l'assistenza è spesso difettosa; che gli enti mutualistici e quelli preposti agli ammassi hanno dato luogo, in molti casi, a scandali di grandi proporzioni; che i contratti collettivi di lavoro subiscono, in alcune zone, frequenti evasioni. Ma non è difficile intendere che i difetti nell'applicazione o nel funzionamento di una_ serie di disposizioni di legge ormai così estesa e differenziata non possono contare, nell'opinione pubblica, più del fatto stesso della emanazione di norme di legge sopravvenute a soddisfare annose esigenze di giustizia e di sicurezza. Ed anche qui il comportamento dell'opposizione lungo i venti anni è significativo, perché essa non ha mancato mai di attribuirsi il n1erito della promulgazione fosse pure di una particola di legislazione sociale, anche quando nei dibattiti parlamentari si era in realtà opposta, con pretesti speciosi e demagogici, all'approvazione delle proposte del governo e di altre parti politiche. Basti pensare, ancora una volta, ad un solo caso: alle leggi di riforma agraria, ad esempio. È stato questo, anzi, un altro aspetto, e non dei meno rilevanti, dell'ambiguità mantenuta durante il ventennio dall'opposizione di sinistra, sempre oscillante tra un'azione positiva, e magari non premeditata, di stimolo ed un'azione negativa, spinta talora fin quasi ai limiti del sabotaggio demagogico. Quanto alla democratizzazione del potere, non c'è dubbio che essa è stata sensibile soprattutto nel campo sindacale, ma neppure è dubbio che essa ha toccato, in questo campo, un livello notevolmente alto. Il fenomeno ha presentato un duplice aspetto. Da un lato, la scissione dell'unità sindacale vigente nei primi anni del dopoguerra ha costretto le varie organizzazioni ad una benefica concorrenza, per cui esse debbono sempre tenere presente la necessità di dar conto del loro operato alle masse dei lavoratori interessati. Dall'altro lato, il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali ha perduto le forme intimidatorie e plateali dei primi anni del dopoguerra, ma ha guadagnato molto di più in capacità di mobilitazione di piccole e grandi masse e in capacità di imporre, ad ogni livello, il colloquio con le controparti pubbliche o private. Attraverso questa duplice via, le elezioni sindacali sono diventate un termometro importante di una parte assai significativa dell'opinione nazionale; e il potere dei sindacati ha potuto resistere bene anche ad una congiuntura assai avversa, quando era presumibile che la forza delle cose potesse avere su di esso gravi conseguenze. Oggi non si può dubi11 BibliotecaGino Bianco

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