, Recensioni alcune città industriali sviluppatesi negli ultimi decenni e verso il quale tendono indistintamente tutte le città a carattere metropolitano. In questo quadro, il problema degli insediamenti industriali deve essere affrontato non tanto a livello edilizio quanto alla scala del planning e riportato alla individuazione delle zone che abbiano spiccata vocazione industriale, nonché allo studio delle interrelazioni tra questi e gli altri poli, industriali e non, dell'intero hinterland e, in definitiva, della città-regione. I problemi connessi sono ovviamente moltissimi e De Meo e Scalvini hanno individuato i più rilevanti; era forse necessario, data la impostazione del loro discorso, precisare che le localizzazioni industriali debbono essere definite anche in base alla compatibilità paesistica dell'intervento. Nelle grandi città è deleteria la crescita indifferenziata e continua che, creando una polverizzazione del tessuto edilizio su un territorio enorme, definisce un continuwn urbanizzato che non arriva ad avere caratteristiche urbane, mentre contemporaneamente perde quelle della campagna; anzi è importante che nella lettura del territorio si tenga presente che il concetto di paesaggio deve avere una estensione maggiore di quella tradizionale, e non può essere limitato soltanto alle zone paesisticamente più importanti, da godere non in senso attivo ma in senso contemplativo. Alla valutazione del paesaggio urbanizzato e di quello naturale si affianca una pari considerazione del paesaggio agricolo, come termine non trascurabile per la comprensione esatta dei valori del territorio: in quanto, essendo costituito dall'insieme deJle trasformazioni che l'uomo a scopi produttivi ha apportato al paesaggio naturale, risulta anche esso, come quello urbanizzato, legato alle varie culture ed econon1ie succedutesi nel tempo. Dopo aver indicato l'influenza che il rapporto residenza - luogo di lavoro ha avuto sulla fisionomia della città contemporanea, De Meo e Scalvini proiettano tale rapporto verso il futuro, delineando i possibili sbocchi degli insediamenti urbani a carattere metropolitano, secondo la visione della nuova città così come risulta tracciata dalla cultura urbanistica degli ultimi anni. Come si è già accennato, superate le utopie ottocentesche e tutte le teorie disseminative, la forma della città nelle ultime proposte è nettamente a carattere metropolitano. La caratteristica saliente di queste proposte è che la fisionomia delle città viene fissata non indirettamente, attraverso una normativa, ma direttamente, con la definizione delle forme che essa dovrà assumere; forn1e conchiuse o aperte a successivi interventi (ad esempio grosse tràme entro le quali verranno via via coagulandosi gli edifici singoli), ma già ricche degli elementi determinanti la morfologia e quindi il Town Design. Questa spinta verso la precisazione della forma della città è motivata in primo luogo dalla constatazione che i regolamenti edilizi non sono stati in grado di dare alle città una fisionon1ia, s_enon quella del tutto anodina, nei casi di crescita imponente ed estremamente veloce. Al contrario, la città ha bisogno di una carica espressiva e del possesso di alcuni punti riverberanti che costituiscano da un lato i nuovi simboli - in sostituzione di quelli, 121 BibliotecaGino Bianco
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