Nord e Sud - anno XIII - n. 80 - agosto 1966

Domenico De Masi sulla rete ferroviaria italiana. Nella stessa seduta in cui fu distribuita la relazione finale, il banchiere Pietro Bastagi, deputato della Destra, eletto a Vico Pisano, presentò una nuova proposta che: faceva leva soprattutto sull'orgoglio nazionalista dei parlamentari: «Era mio desiderio - diceva la lettera inviata dal Bastagi al Ministro dei lavori pubblici - che si rendesse manifesto come gl'I taliani, quando vogliono collegare insieme le singole forze, ne possano creare un'economia tale che valga ad esplicare tutta la potenza produttrice della ricchezza nazionale. Per dare al Governo ed al Parlamento una prova di questo desiderio, il quale è pure vivissimo in tutti gl'I taliani, e può veramente essere soddisfatto; per dare il primo esempio fra noi di una grande associazione di capitalisti nazionali, oso sottoporre alla S.V. Illustrissima, in mio nome, un'offerta ed un capitolato per assumere la concessione delle strade ferrate meridionali, e quindi costituire una società anonima col capitale di 100 milioni .. Non è mestieri che io esponga a V. S. Illustrissima i vantaggi di ogni maniera che, quando fosse accettata, deriverebbe dalla mia proposta al paese. Ad ogni modo sono certo che essa riuscirà gradita al giusto orgoglio di un Ministro del Regno d'Italia» (Atti Camera Deputati - Discussioni, VIII, 1, p. 3887, seduta del 31 luglio 1862). L'affare trovò larghissimo favore e la commissione, che aveva impiegato due mesi per esaminare la proposta Rothschild, in un solo giorno iniziò e concluse l'esame della nuova proposta, giungendo ad una rapida relazione che « esaltava il significato italiano dell'avvenimento e proponeva di passar oltre ad ogni altra considerazione e ad ogni altro impegno-» (pag. 8). Sulle obiezioni tecniche e procedurali prevalse, apparentemente, il « motivo della italianità», e, più verosimilmente, l'intrallazzo e il favoritismo: la votazione si concluse con 195 voti favorevoli e 25 contrari, ma le polemiche continuarono e crebbero nel tempo, fino all'insinuazione che la quota di utili riservata al Bastagi fosse eccessiva e che vi fossero stati rapporti sottobanco tra i membri della Commissione e il Bastagi, che «era quotidianamente informato degli sviluppi della situazione e poté correggere la sua proposta in modo da evitare incagli e obiezioni tecniche» (pag. 16), usufruendo soprattutto dell'aiuto del deputato Susani. In un opuscolo pubblicato a Livorno sul finire del '68 si diceva tra l'altro che il Bastagi « fece della Camera dei Deputati una sala di pubblici incanti, ove trovò nel Susani un ignobile ausiliatore»; comunque, nel '64, dominava ormai la mormorazione e l'accusa di corn1zione nei confronti di qualcuno dei deputati che faceva parte del consiglio di amministrazione della società delle ferrovie meridionali, sicché, nella seduta del 21 maggio 1864, fu presentata una proposta d1 inchiesta parlamentare che dette luogo alla costituzione di una apposita commissione di sette deputati. Dopo cinquanta giorni di lavoro, la commissione fu in grado di presentare una relazione concisa ed essenziale, pervenuta a « conclusioni coraggiose» tramite una « analisi lucida della situazione», ma nella quale, tutto sommato, « la evidente slealtà verso i Rothschild è coperta da un motivo di ordine patriottico e nazionale » e la corruzione è ridotta, secondo le parole del rela116 BibliotecaGino Bianco

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