Giuseppe Galasso italiana di oggi è quella che si è detta. Piuttosto mette conto di individuare, almeno in via approssimativa, i fattori a cui .il consolidamento delle istituzioni può essere attribuito. Venti anni or sono l'Italia usciva da una guerra moralmente e materialmente disastrosa; veniva avviata alle istituzioni repubblicane da un responso elettorale tutto sommato di stretta misura e alla prassi della democrazia da una volontà decisa, ma priva di esperienza e di immediati legami col passato della nazione; appariva ricca di molte idee, ma non tutte perspicue, e di generosa passione politica, ma non sempre di avveduta saggezza; era travagliata da antichi e nuovi problemi economici e sociali, che apparivano pressoché insuperabili, e, di conseguenza, da tensioni e da lotte sociali fin troppo spiegabilmente sorde ed esasperate; si sentiva minata da una dissidenza politica, che influenzava oltre il 30CJ;o del corpo elettorale, si proclamava classista e rivoluzionaria, contestava punto per punto la legittimità e gli indirizzi della maggioranza governante, disconosceva gli impegni internazionali legalmente assunti dal paese e proponeva addirittura una alternativa di civiltà. In quel clima la sorte delle istituzioni appariva incerta, e si tingeva piuttosto di foschi che di sereni presagi. Che cosa ha detern1inato quello che oggi appare come un vero e proprio rovesciamento della situazione? Rispondere, comunque, ad una tale domanda equivale in pratica a proporre lo schema di una ricostruzione storica dell'ultimo ventennio. Ma, pur non avendo neppure alla lontana una simile ambizione, è impossibile lasciare quella domanda senza una qualche risposta, poiché da essa muove gran parte del giudizio sul nostro presente. Noi non avremmo dubbi nel richiamare, innanzitutto, l'efficacia educatrice della libertà. Da venti anni, un paese tradizionalista, scettico e privo di esperienze di governo popolare, fa dipendere dal suffragio universale la sorte del potere centrale e delle amministrazioni locali. Un referendum istituzionale, l'elezione di una Costituente, quattro elezioni politiche generali, cinque rinnovi generalizzati e simultanei di amministrazioni locali (1946, 1952/53, 1956, 1960 e 1964), e per molti consigli comunali e provinciali rinnovi ancora più numerosi, hanno provato a tutti i cittadini che la mutabilità dei governanti è piena e concreta ad ogni istanza del potere. Si sono visti in vent'anni definitivamente tramontare il personale politico e le forze tradizionali dell'Italia pref;1scista, ancora presenti e non trascurabili nelle elezioni del 1946; compiere le sue prove e a sua volta tramontare nella massima parte la generazione politica che campeggiò negli anni dell'immediato dopoguerra; affacciarsi negli ultimi anni una generazione politica nuova, che è quella che ora in pratica detiene. la massima par~e del potere. In 8 BibliotecaGino Bianco
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