Nord e Sud - anno XII - n. 65 - maggio 1965

Renato Treves abbiamo avuto occasione di parlare 29 • Traggo da queste ricerche alcune osservazioni interessanti, anche se, a mio parere, non suscettibili di generalizzazione. Relativamente ad una domanda esplorativa in merito all'esistenza di differenze sociali, si rileva in queste ricerche una certa percentuale di risposte negative e si spiega il fatto mettendo in evidenza il carattere valutativo delle medesime, osservando cioè che coloro che negano l'esistenza di differenze sociali, in realtà non ignorano l'esistenza di queste differenze, ma soltanto le disapprovano e dicono che « non esistono nel senso che non dovrebbero esistere ». Relativamente alle maggiori possibilità di ascesa che si offrono alle nuove generazioni di fronte a quelle che le hanno precedute, si osserva in prin10 luogo che la percentuale delle risposte favorevoli è minore tra coloro che appartengono ai ceti medi e inferiori ove più diffusa è l'aspettativa di mobilità; e si osserva in secondo luogo che la considerazione di medesimi fenomeni (maggior sviluppo economico, maggiore emulazione) che conduce alcuni a dare una risposta positiva sulle possibilità di ascesa, conduce invece altri a dare una risposta negativa. Relativamente ai criteri seguiti per la autoidentificazione di classe, si constata infine che gli intervistati che appartengono alle classi superiori si autoqualificano preferibilmente in base a criteri di tipo attributivo: discendenza familiare, educazione, mentre gli appartenenti alle classi inferiori si autoqualificano in base a criteri di tipo acquisitivo: situazione professionale, ammontare del reddito a livello dei consumi. Sui rapporti fra autoidentificazione di classe e condizione sociale oggettiva, che in queste tre ricerche sono stati scarsamente studiati, si possono trovare maggiori indicazioni in altre ricerche particolari. Ricordo, per esempio, una ricerca sui giovani di un piccolo comune della Toscana, ricerca nella quale si osserva, fra l'altro, che lo spirito provinciale induce i giovani ad autoqualificarsi come appartenenti ad un grado sociale superiore a _quello a cui oggettivamente appartengono; e che i giovani, nei piccoli comuni di provincia, generalmente scelgono come termine di paragone per la loro autoqualificazione di classe le famiglie di grado socialmente inferiore e non quelle di grado superiore, che in quei comuni sono peraltro assai poco numerose 30 • Per quanto riguarda la tendenza nominalistica, è facile comprendere corne nelle ricerche di comunità i problemi specifici della stratificazione e delle classi sociali siano trattati in misura maggiore e con maggiore 29 I risultati di queste tre ricerche sono stati esposti e analizzati da A. PAGANI, Orientamenti metodologici e temi di ricerca nello studio della stratificazione, in AA.VV., Mutamenti della struttura sociale, cit., pp. 95-137. 30 A. CARBONARO- F. LUMACHI, Giovani in provincia, Firenze, La Nuova Italia 1962, pp-. 98-108. 86 BibliotecaGino Bianco

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