Renato Treves e il 5% agli altri partiti. Va rilevato a questo proposito che nel triangolo industriale del Nord solo un terzo dei: voti operai va al Partito comunista e che in tutta Italia la percentuale dei voti operai nel corpo elettorale del Partito comunista ( 49~o) è minore di quella che si nota nel corpo elettorale del Partito socialista (53% ). Questi dati possono dare un'indicazione del fatto che il Partito comunista in Italia non è il principale rappresentante del proletariato industriale, come spesso si dice, ma è piuttosto il principale rappresentante delle classi povere operaie e contadine. Anche se la situazione oggi è cambiata, è significativo ricordare il fatto che tra il 1946 e il 1958 il Partito comunista ha visto crescere il numero dei suoi elettori dal 19% al 22,7%, diventando così il secondo partito italiano, ma ha migliorato le sue posizioni sopratutto nelle regioni agricole del Sud, in alcune delle quali ha raddoppiato il numero dei voti, mentre nelle regioni del Nord la sua forza è risultata alquanto diminuita. Può essere, infine, interessante ricordare che il sottoproletariato cittadino composto prevalentemente da immigrati meridionali, vota - o comunque ha votato - o per l'estrema sinistra (comunisti), o per l'estrema destra (monarchica e neo fascista). VI. Le classi nelle ricerche sociologiche. Relativamente al modo di definire e di studiare le classi sociali si possono distinguere, come osserva A. Pagani seguendo le tracce di R. Aron, due diverse tendenze. Da un lato, la tendenza nominalistica, che attribuisce alla classe « il significato di raggruppan1ento convenzionale di soggetti unificati dal possesso di comuni caratteristiche apprezzate tramite un processo selettivo posto in essere dal ricercatore », e che concepisce quindi la classe come strato sociale. Dall'altro lato, la tendenza realistica, che concepisce « la classe come raggruppamento empiricamente verificato al quale gli individui appartengono non in forza di una classificazione convenzionale, ma per fatto volitivo espresso dalla consapevolezza di un comune interesse e di una comune coesistenza» 26 • Per quanto riguarda la prima tendenza, non mi risulta che siano state rese note ricerche generali sulla stratificazione sociale in Italia che ci illuminino particolarmente sul problema delle classi viste nel loro complesso. Per quanto riguarda la seconda tendenza, posso ricordare un'inchiesta effettuata dall'Istituto italiano per l'opinione pubblica all'inizio 26 A. PAGANI, Classe sociale e strato nell'analisi sociologica, in Classe, organizzazione e società, Milano, Università Bocconi, 1964, p. 18; R. ARo·, La lutte de classes. op. cit., pp. 68-73. 84 BibliotecaGino Bianco
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