Nord e Sud - anno XII - n. 65 - maggio 1965

Le classi sociali in Italia tratta di una ricerca che si riferisce ad un universo di 1358 individui, cioè di coloro che, tenuto conto delle rielezioni, hanno fatto parte della Assemblea costituente (1956-1948) e della Camera dei deputati nelle tre prime legislature (1948-1953; 1953-1958; 1958-1963). E si tratta di una ricerca che ci dà praticamente i risultati rappresentativi di tutto il Parlamento italiano, dato che il sistema elettorale adottato per il Senato è tale da non diversificare sensibilmente la composizione di questo da quella della Camera dei deputati. Nella ricerca diretta da Sartori, usando il criterio dell'attività professionale svolta, si è proceduto ad una stratificazione, classificando i deputati nei seguenti cinque ceti sociali: il ceto superiore, composto da proprietari agricoli, da grandi industriali e commercianti e dalla aristocrazia; il ceto medio superiore, composto da proprietari e industriali medi, liberi professionisti, impiegati e funzionari di grado elevato; il ceto medio, composto da piccoli proprietari, commercianti ed industriali, impiegati e funzionari di medio livello; il ceto inferiore, composto di artigiani in proprio, impiegati e funzionari di grado inferiore, affittuari, coltivatori diretti, periti industriali, capi tecnici; il ceto inferiore, composto da salariati non specializzati, braccianti, manovali, operai senza qualifica e cosi via. Ecco ora alcuni risultati che si sono ottenuti sulla base di questa classificazione e riferendo le percentuali ai dati globali relativi ai deputati nel periodo 1946 (Assemblea costituente) 1963 (fine della terza legislatura): ceto superiore, 4,49--&; medio superiore, 53,4%; n1edio, 28,5%; medio inferiore, 7% inferiore, 6,3%. Se si confrontano questi risultati con quelli relativi al ceto sociale della famiglia paterna, si rileva una sensibile mobilità verticale: ceto superiore 3,3 %; 1nedio superiore e medio (uniti per mancanza di dati specifici), 36,3%; medio inferiore, 36,2%; inferiore, 17%. I dati globali ora citati danno una impressione puramente statica. Se si considerano i dati particolari delle singole assemblee, si può avere anche un'idea dei mutamenti verificatisi nel tempo e delle tendenze che seguono i diversi ceti. Dal momento che queste tendenze sono generalmente costanti, basta prendere nota delle percentuali dei ceti nella prima e nell'ultima assemblea: il ceto superiore è diminuito passando dal 5,2% dell'Assemblea costituente al 3,9% della III legislatura; anche il ceto medio superiore è diminuito, passando dal 63,0% al 45,5%; il ceto medio è viceversa aumentato, passando dal 22,4% al 37,1 %; in aumento è pure il ceto medio inferiore, passando dal 4,3% al 7,0%; in aumento, infine, il ceto inferiore, passato dal 4,8% al 6,5%. Si rileva che nella III legislatura, per la prima volta nella Camera italiana, la rappre81 BibliotecaGino Bianco

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