Renato Treves e rivoluzionaria un riformismo all'interno degli ordinamenti sociali attuali e una aspirazione diffusa al benessere » 20 ; Differenze e squilibri analoghi a questi che si notano nella classe operaia, si notano anche nella classe contadina, che si distingue dalla precedente per molti caratteri, fra cui, non ultimo, quello dell'invecchiamento, dovuto al fatto che i giovani abbandonano le terre e cercano lavoro nelle industrie e nei servizi. Per rendersi conto delle differenze e degli squilibri che si manifestano nella classe contadina, si possono fare alcuni rilievi di carattere generale. Si pensi, da un lato, al relativamente alto tenore di vita raggiunto dalle popolazioni agricole insediate nelle zone di cultura intensiva e meccanizzata, in cui, per i rapidi collegamenti colle grandi città, sì è manifestato il fenomeno delle migrazioni pendolari, cioè dell'occupazione urbana di lavoratori con residenza rurale, che, non solo ha migliorato quantitativamente i bilanci delle famiglie rurali, ma li ha avvicinati qualitativamente a quelli delle famiglie urbane per quanto riguarda i consumi. Si pensi, dall'altro lato, alle n1isere condizioni in cui si trovano le popolazioni agricole che vivono nelle regioni più arretrate, ove, per la mancanza di comunicazioni con i grandi centri, sopravvive ancora la così detta « civiltà contadina », ancorata a tradizioni primitive, e alle condizioni non meno misere in cui si trovano i contadini e1nigrati da quelle regioni e insediati in regioni più progredite per svolgere, però, soltanto un lavoro subalterno, per subentrare, cioè, con prestazioni di lavoro giornaliero o stagionale, ai contadini locali che hanno trovato da occupar~i nelle fabbriche e nei centri urbani. Dopo queste osservazioni di carattere generale sulla classe operaia e la classe contadina, che pongono in rilievo differenze e squilibri che non sono forse molto diversi da quelli che si possono notare in altri paesi in via di sviluppo, è opportuno accennare ad un fenomeno particolare del nostro paese: il fenomeno degli emigrati dalle comunità rurali e urbane del Sud che giungono in cerca di lavoro nei grandi centri del triangolo industriale del Nord in condizioni estremamente misere, e che nel primo periodo di adattarnento sono costretti a condurre una vita semi-clandestina, insediati negli abituri ai margini delle grandi città, disposti a compiere le mansioni più umili e faticose e a lasciarsi sfruttare dagli agenti di certe compagnie « spurie » che « reclutano mano d'opera da offrire sotto costo » 21 • 20 S. CAFIERO - G. DE RITA, Trasformazioni sociali e culturali m Italia e loro riflessi sulla scuola, Roma, Svimez 1962, p. 26. 21 F. COMPAGNA, Terroni in città, cit. p. 104. 78 BibliotecaGino Bianco
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