Le classi sociali in Italia chiaramente fin da quando, nel dicembre 1956, con il primo gabinetto Segni, fu istituito un ministero delle partecipazioni statali e fu stabilito l'obbligo per le imprese a partecipazione statale predominante di staccarsi prima del febbraio 1958 dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro, sottraendo così le imprese pubbliche dalle direttive prese dai gruppi dei datori di lavoro e creando quindi una breccia nel fronte padronale. Un'ultima caratteristica che deve essere ricordata si riferisce alle differenze fra Nord e Sud e alla situazione di crisi in cui si trova la classe dirigente meridionale; crisi dovuta al fatto che i grandi proprietari terrieri, di cui esclusivamente quella classe si componeva, hanno perso una buona parte del loro prestigio e del loro potere in seguito all'industrializzazione e alla riforma agraria e che al posto loro non hanno potuto subentrare né le categorie industriali, di troppo recente formazione e troppo scarsamente preparate, né le nuove élites provenienti dai ceti medi. La formazione di una nuova classe dirigente meridionale proveniente dai ceti medi, come auspicava Dorso, incontrò, infatti, sempre gravi ostacoli, tra cui non ultimo quello dell'emigrazione degli elementi migliori e più preparati di questi ceti verso il Nord e verso Roma, attratti, in quest'ultimo caso, dalle carriere dell'amministrazione centrale dello Stato nelle quali oggi i posti più elevati sono occupati appunto prevalentemente da elementi meridionali 13 • III. La classe media. Gli studiosi italiani, non diversamente dagli studiosi stranieri, si sono sempre trovati in difficoltà nel dover definire la classe media: osservano che manca ad essa la qualità essenziale, propria di ogni classe, cioè la coscienza di classe; affermano che è. preferibile parlare di classi o, meglio, di ceti medi al plurale, anziché di classe media al singolare; e finiscono col definire questi ceti come « degli aggregati sociali caratterizzati da una stabile e irreducibile posizione mediana tra borghesia capitalista e proletariato » 14 • Dei ceti medi o, più frequentemente anche se impropriamente, della classe media, in Italia si è parlato assai, considerandoli sopratutto dal punto di vista politico in rapporto con gli avvenimenti e le situazioni 13 F. COMPAGNA, Le classi dirigenti nel mezzogiorno, « Occidente», voi. XII, 1956, pp. 16-24; I terroni in città, Bari, Laterza, 1959, pp. 84 ss.; G. DORSO Dittatura classe politica e classe dirigente, Torino, Einaudi 1949, pp. 39-40, 47-48. ' ' 14 G. PISCHEL, Il problema dei ceti medi, Milano, Gentile 1946, p. 101. 73 BibliotecaGino Bianco
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