Nord e Sud - anno XII - n. 65 - maggio 1965

Editoriale mznznie di funzionalità e di conservazione di un reginie di libertà, di un regime democratico. Finora, nei fatti, il PCI non si è gravemente discostato, come si è detto, da posizioni di tal genere, a dispetto delle molte chiacchiere e dei molti paroloni che esso dà quotidianamente in pasto all'opinione pubblica a proposito di « patria del socialismo », « capitalismo guerrafondaio », « imperialismo occidentale », « colonialismo fascista » e « neocolonialismo dei monopoli ». Sulla questione dei volontari per il Vietnam esso minaccia, invece, di uscire fuori di strada e d'aprire, nella giovane Repubblica italiana, un precedente di eccezionale gravità e una serie di sviluppi iniprevedibili. Tralascia,no il merito della questione vietna1nita; e tralasciamo perciò anche le dissennate associazioni tra la guerra che è in corso nel Vietnam e la guerra civile spagnola: associazioni talniente dissennate che perfino un confusionario nato, co,ne l'on. G. C. Pajetta, ci fa brutta figura a ripeterle. Tralasciamo perfino il pericolo enonne che per la pace del mondo e per l'avvenire dell'u1nanita rappresenterebbe una vittoria che aprisse all' estremis1no criniinoso degli attuali dirigenti cinesi la via di una folle marcia verso ,naggiori e più anipi conflitti, pur essendo questo, al di là di ogni contraria apparenza, la sostanza vera della guerra che si sta conibattendo in Asia e la ragione fonda,nentale dell'atteggiamento assunto colà non soltanto - si badi bene - dall'A1nerica « capitalista», ma anche dall'Inghilterra laburista. Tralasciamo tutto cio e fennianioci soltanto sull'aspetto italiano del problema. Vanno bene gli appelli al paese o quelli alle anibasciate traniere, vanno bene le firme degli « intellettuali» reclutati per l'occasione, vanno ancora bene perfino le 1nanif e tazioni di pia'"'za. Ma il governo italiano ha assunto nei riguardi dell'azione an1ericana nel Vietnani un atteggianiento di « coniprensione », che l'opposizione italiana, se non vuole diventare ipso facto sov1 er iva, deve rispettare, anche per il fatto che l'A1nerica è la prùna e nLaggiore alleata del nostro paese e quindi per il fatto che verso di essa il no tra paese ha obblighi particolari di lealtà. L'invio di 1 olontari coniunisti nel Vietnam e l'ipotesi sciagurata che degli italiani possano sparare, sotto un qualsiasi cielo del mondo, contro soldati americani, romperebbero in maniera irreparabile l'equilibrio democratico nel nostro paese. La nostra democrc;izia si troverebbe irri111ediabil111.ente esposta ad un cieco gioco d'azione e di reazione tra la paura dell'aperta sovversione e l'insipiente spinta alla prevenzione antidemocratica di essa. I de1nocratici sono perciò in diritto di pretendere dal PCI che esso rinneghi l'idea così leggennente ventilata e che, in un modo qualsiasi, esso rientri in un.a posizione di ortodossia costituzionale, fuori della quale - se il suo discorso di volontà e d'in1pegno al rispetto 5 BibliotecaGino Bianco

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