Francesco Compagna che è quanto dire che dobbiamo porre anzitutto la questione della coerenza tra le funzioni che si vogliono assegnare a questo. o a quell'istituto e i «nomi» degli uomini che devono assicurare l'adempimento di tali funzioni. Certo, può pure capitare che qualche «nome», degno di essere bene accolto, poi ci deluda; ma sempre meno di quanto non possa capitare quando si sottovaluta la questione dei « nomi» e ci si ritrova con il credito speciale affidato ai Battiloro ed ai Frignani, con il Banco di Napoli presieduto da Corbino e con un perito settore che rappresenta il consorzio delle aree industriali. All'« Unità» è sembrato che noi ci abbandoniamo facilmente ad « esultanze per la fine della gerontocrazia». Ma noi sappiamo bene che la gerontocrazia non è finita per il fatto che Guidotti è venuto a dirigere il Banco di Napoli; o per il fatto che i socialisti sono entrati a far parte delle amministrazioni comunali a Napoli e altrove; o per il fatto che a Napoli giustamente il sindaco Clemente, malgrado le resistenze e le reazioni di tipo congolese dei dorotei, vuole affidare la formulazione del piano regolatore a un architetto-urbanista di chiara fama e non napoletano. La gerontocrazia è dura a morire. Ma a noi sembra che Guidotti sia un fatto nuovo rispetto a Corbino; che il centro-sinistra negli enti locali, e a Napoli in particolare, può costituire un fatto nuovo rispetto alle amministrazioni monarchicofasciste e anche rispetto alle amministrazioni democristiane aperte a destra; che un piano regolatore formulato da .Piccinato àovrebbe risolversi in un fatto nuovo rispetto, per esempio, al piano regolatore della consorteria di appaltatori che faceva capo a Lauro, al piano che a suo tempo fu bocciato dal Consiglio Superiore dei lavori pubblici. E soprattutto ci sembra che si tratta di fatti nuovi, reali o possibili, che si verificano o si verificheranno a dispetto del « condizionamento conservatore», certamente ancora pesante, nei confronti della politica meridionalista. A questo punto, anzi, e sempre a proposito della questione dei «nomi», vale la pena di prendere in considerazione un'altra parte significativa del discorso che il Ministro del Tesoro ha pronunciato in occasione dell'insediamento del nuovo Consiglio generale e del nuovo Consiglio di amministrazione del Banco di Napoli. A conclusione di quel discorso, l'on. Colombo ha avanzato due proposte, « rispondenti alle esigenze attuali del Mezzogiorno»: 1) l'una per la « costituzione di un moderno, efficiente, attrezzato Centro di studi economici e sociali che chiami intorno a sé gli esponenti della cultura di Napoli e del Mezzogiorno, che sia l'anello di congiunzione tra l'Università e la vita economica»; 2) l'altra per « l'istituzione a Napoli, a cura ed a spese del Banco, di una scuola di. specializzazione in materia economica, organizzata sotto forma di college anglosassone, alla quale possano affluire, quali vincitori di borse di studio, almeno cinquanta laureati ali''anno ». Ebbene, non si può non accogliere con il più vivo consenso proposte del genere. Ci sarebbe, se mai, da rilevare che esse vengono formulate soltanto oggi, mentre potevano e dovevano essere formulate e attuate da tempo; e d'altra parte è facile immaginare come e con chi sarebbero state attuate consule Corbino. 64 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==