Giornale a più voci sì che il Banco possa diventare « strumento di sostegno di un sempre più grande numero di imprese ». Come abbiamo visto, l'impegno di presenza del Banco nell'Italia centrosettentrionale è la premessa indispensabHe tanto nei confronti di un rafforzamento eventuale della politica di tipo tradizionale (trasferimento di mezzi liquidi dal Mezzogiorno verso le regioni di più antica e di più densa industralizzazione) quanto nei confronti dell'esigenza di impostare una politica di tipo nuovo (orientata tutta in vista degli obiettivi di industrializzazione del Mezzogiorno): si crei, dunque, al più presto tale premessa e poi se ne sappiano trarre le conseguenze che se ne devono trarre, quelle giuste e non quelle sbagliate. In ogni caso possiamo e dobbiamo considerare come un fatto positivo che certi problemi risultano oramai chiaramente impostati e che su di essi sia stata richiamata finalmente l'attenzione di talune sfere dell'opinione pubblica più informata, dei partiti, dei giornali, delle riviste, della classe dirigente in generale, fino ad oggi troppo distratta nei confronti di una questione tanto importante come quella della sintonizzazione dell'azione del Banco di Napoli con le esigenze della politica meridionalista. In altri termini, più specifici, avendo l'on. Colombo aperto il discorso sulla premessa, si è aperto subito il discorso sulle conseguenze: sulla politica che il Banco deve fare e su quella che non deve fare. È nell'interesse di tutti che _il discorso su quest'argomento, fino a ieri considerato tabù, sia portato avanti con tenacia e magari con petulanza; diventi un discorso per impegnare il Banco a procedere veramente secondo scelte conformi alle esigenze della politica meridionalista; renda le classi dirigenti del Mezzogiorno più sensibili di quanto non lo siano state finora nei confronti dei problemi dello sviluppo industriale e in particolare nei confronti della funzione che il Banco può assolvere ai fini di tale sviluppo. Quanto alla interpretazione del discorso di propositi pronunciato dall'on. Colombo in occasione della cerin1onia del 15 aprile, se vogliamo stare alla lettera delle parole che il Ministro del Tesoro ha dette a proposito della nuova piattaforma d'azione sulla quale dovrebbe muoversi il Banco nel prossimo futuro, dobbiamo riconoscere che queste parole fornivano un'indicazione abbastanza chiara. Come abbiamo detto, il Ministro del Tesoro ha fatto un cenno esplicito, infatti, alla necessità che il Banco, contribuendo all'« irrobustimento» di imprese settentrionali, le impegni a « creare nuovi impianti nel Sud», oppure a « trasferire nel Mezzogiorno sezioni nuove di impianti produttivi localizzati nel Centro-Nord». Questo significa che, dei due modi con cui si può manovrare il sifone, l'on. Colombo ha già indicato quale sia quello che risulta conforme alla funzione che il Banco dovrebbe assolvere. Naturalmente si può dire, come in definitiva dice « l'Unità », che questa è la facciata e che dietro la facciata c'è l'asservimento del Banco ai monopoli, al neocapitalismo, all'Assolombarda, ai dorotei; ma questa è una maniera primitiva, rozza, velleitaria di intentare un processo alle intenzioni. 61 BibliotecaGino Bianco
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