Editoriale nessuna visita diplomatica di stranieri in Italia è stata turbata in misura eccedente il limite tollerabile in paesi liberi; : nessuna rappresentanza diplomatica di paesi stranieri ha subito offesa consistente. In fondo, _di tutto l'impegno comunista a rispettare la Costituzione della Repubblica nel presente e nel futuro, proprio il conzportam.ento del PCI rispetto ai problemi di politica estera ha dato finora quella che può essere considerata come una garanzia di un certo valore. La Costituzione della nostra Repubblica è una costituzione democratica. Come tale, essa prevede il governo della maggioranza, offrendo alla minoranza la possibilità di diventare a sua volta maggioranza con mezzi pacifici e legalmente riconosciuti di affermazione della propria influenza politica. Ciò non significa, naturalmente, che la 1naggioranza possa governare trascurando del tutto le opinioni e le richieste della minoranza; e l'arte politica, almeno quella dei buoni politici e dei politici saggi, sconsiglia sempre, di fatto, di far ciò. È pertanto una virtù del regime democratico quella di far sì che nell'azione della n1aggioranza una qualche misura di compromesso con la linea politica della 1ninoranza si trovi in ogni caso ad essere presente. Per i grandi problemi del destino del paese e della sua presenza e della sua azione nel mondo ciò è particolarmente importante, e costituisce un titolo di diritto sostanziale della maggioranza a pretendere un'adesione di massima ai suoi indirizzi assai più valido di ogni, pur importante e necessario, titolo giuridico meramente formale. Con il loro comportamento riguardo all'intervento dell'Italia nel primo conflitto 1nondiale i socialisti italiani di allora dettero, nell'insieme, un buon esempio non tanto di spirito patriottico quanto di responsabilità democratica e il paese dovrà essere sempre grato ad essi per l'indicazione che, pur tra i fiumi non ancora dissolti di un'ideologia rivoluzionaria per petizione di principio, essi seppero dare del dovere di rispettare la lealtà democratica in un regime di libertà. Di lì a pochi lustri lo sconsiderato scatenamento del secondo conflitto mondiale da parte del fascismo e le relative vicende che ne seguirono mostrarono fino a qual punto di lacerazione civile si possa (e, aggiungiamo, si debba) giungere quando mancano le garanzie, i diritti e i doveri che il regime di libertà in1pone, pretende e, salvo casi estremi, riesce ad assicurare. Ecco perché, quando i comunisti sottolineano formalmente il loro impegno di lealtà costituzionale, essi debbono con ciò stesso ritenersi impegnati a non varcare certi limiti costituzionali di correttezza e di obbedienza anche nelle questioni di politica estera. Lo esige il senso dello stato, che pur deve in qualche modo ispirare un consorzio civile, una convivenza politica 1noderna; ma lo esigono soprattutto le esigenze 4 BibliotecaGino Bianco
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