Ermanno Corsi zione comunista. Il consiglio si trovò spaccato in due parti dalla manovra democristiana. L'assemblea fu sciolta e il commissario ·governativo che si insediò a Palazzo Criscuolo indisse le nuove consultazioni per i primi n1esi del '57; esse portarono la DC a 15 seggi, il PCI a 14, il PSI a 6, la lista « Due Torri» (una concentrazione di destra) a 5; il PSDI non ottenne alcun quoziente. Piuttosto che ripararsi dietro la tradizionale intransigenza e dietro il rifiuto pregiudiziale di ogni dialogo, la DC preferì avvicinarsi ai socialisti e iniziare una nuova, ambiziosa esperienza politica che soltanto cinque anni dopo, in seguito a una lunga gestazione, fu estesa a tutto il paese. L'alleanza politica fu sancita sulla base di un vasto programma di rinnovamento che riconosceva l'assoluta priorità del problema industriale e contemplava la municipalizzazione di alcuni vitali servizi pubblici. Il centrosinistra si qualificò con una « risoluzione» consiliare per la costituzione di un Comitato Promotore che desse vita al Consorzio per l'area industriale. Gli accertamenti necessari per la definizione del progetto durarono due anni, ma alla fine del '59 la richiesta di Torre Annunziata venne respinta, avendo Napoli avocato a sé la funzione di Comune-pilota delle Aree Cam:- pane. Sul piano politico, comunque, si erano raggiunti risultati significativi. Per la prima volta, dopo una lunga, incontrastata egemonia, i comunisti erano praticamente isolati e respinti al ruolo di minoranza. Ma se la maggioranza era ben delim•itata a sinistra, non altrettanto lo era a destra. Riaffiorò la vocazione conservatrice nella DC che, timorosa di essersi troppo spinta verso i socialisti, rinsaldò alcuni legami cogli esponenti delle « Due Torri», i quali non si inserirono esplicitarnente nella maggioranza, ma la insidiarono da vicino assumendo nei suoi confronti un atteggiamento di « pensosa attesa» e offrendo, di fatto, un'alternativa al partito cattolico. Di essa la DC si servì verso la fine del '58, allorché l'imminenza del Congresso di Napoli spinse i due maggiori contraenti di centrosinistra a riprendere la propria libertà d'azione, dopo un esperimento amministrativo che aveva avuto il merito di impostare in termini concreti e moderni un vasto piano di ripresa industriale. Il mantenimento del potere acquisito indusse la DC a sciogliere ogni riserva e ad allearsi alle « Due Torri»; fu espressa una giunta che pretendeva di trovare la propria giustificazione nella misura in cui avrebbe realizzato il programma concordato in precedenza coi socialisti. La nuova amministrazione si concluse alla scadenza elettorale del '61. Le consultazioni segnarono la liquidazione delle destre; la DC portò i suoi consiglieri a 17, il PCI a 16, il PSI subì una ulteriore emorragia e sc~se a 4; un seggio ciascuno ottennero il PSDI, il PDIUM e il PLI. Erano pregiudicate tutte le soluzioni per la Giunta, tranne quella di centrosinistra. La DC si dichiarò subito disponibile, ma i socialisti subordinarono l'esperimento di Torre Annunziata a una condizione politica più generale; come contropartita « irrinunciabile» chiesero che l'apertura proliferasse in tutta la provincia, soprattutto che fosse realizzata a Santa Maria 56 BibliotecaGino Bianco
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