Giornale a più voci rative, amministratori ed altri potenziali leaders locali) che costituiscano punti di riferimento per iniziative di sviluppo comunitario; al livello intern1edio: perfezionamento ed addestramento di elementi che abbiano già una formazione professionale di base (assistenti sociali, agronomi, quadri dirigenti di cooperative e sindacati, amministratori regionali, ecc.) in grado di contribuire efficacemente ad iniziative di assistenza tecnica, sviluppo comunitario e pianificazione regionale; al livello superiore: permettere ad economisti, sociologi ecc., una regolare attività di ricerca nelle zone interessate in modo che le loro conoscenze scientifiche possano essere applicate a1Ie problematiche concrete delle zone in via di sviluppo. Uno schema di piano di studi prevede, per il prossimo anno, cinque corsi della durata media di tre settimane: cooperativisti, sindacalisti, animatori di base, assistenti sociali ed agrotecnici. Sotto la guida di un' équipe di insegnanti, inizialmente comprendente sei o sette unità, peraltro già disponibili, si dovrebbe fornire agli allievi la necessaria formazione teorica, attraverso lezioni a carattere storico, giuridico e tecnico, e quella pratica, attraverso esperienze dirette presso sedi di sindacati, cooperative, amministrazioni pubbliche. La sede dell'Istituto è Palermo e la Sicilia occidentale sarà il primo « campo» di lavoro. Tuttavia, è necessario precisare che queste scelte sono state effettuate solo in base a motivi tecnici e pratici; in realtà l'istituto opererà nella zona non come in un campo di esperimento, ma svolgendo un'azione che sia contributo diretto allo sviluppo locale, prescindendo dalla sua utilità per scopi didattici. L'Istituto non intende sostituirsi alle istituzioni che già curano la formazione tecnica e professionale per le specializzazioni occorrenti nei vari campi, ma contribuire a colmare un vuoto in questa formazione: impostando il lavoro secondo le esigenze e le particolari condizioni dello sviluppo nell'ambito regionale e locale, si consente il passaggio delle iniziatìve nelle mani delle persone direttamente interessate e il radicamento delle iniziative stesse nell'ambìente. In questo senso non si può disconoscere che i programmi dell'Istituto prospettano delle soluzioni veramente nuove. Anzitutto quella che gli organizzatori chiamano « lavoro pratico sul campo»: far sì che gli allievi vivano ed operino in un ambiente con gravi problemi strutturali e sociali ed acquistino, di questi problemi, oltre ad una conoscenza teorica, una esperienza concreta. Questo servirebbe, tra l'altro, a creare una mentalità interprofessionale negli animatori a diverso livello, tale da consentire un'integrazione dei loro contributi, evitando di specializzare ulteriormente degli· operatori individuali e cercando di formare, piuttosto, delle équipes interprofessionali. Inoltre, si è cercato di programmare l'iniziativa in modo che reclutamento, preparazione e collocamento degli allievi rientrino in un unico contesto funzionale. In altri termini, si dovrebbero organizzare i corsi e l'insegnamento sulla base di precedenti accordi con enti, organizzazioni 51 BibliotecaGino Bianco
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