Nord e Sud - anno XII - n. 65 - maggio 1965

GIORNALE A PIU' VOCI La sopravvivenza morale Recentemente, il « Mondo » ha dato notizia di un'inchiesta condotta in uno dei maggiori licei italiani - il Liceo Parini. di Milano - sul grado di conoscenza della storia contemporanea tra gli allievi dell'istituto. I risultati dell'inchiesta sono stati, come rileva sullo stesso « 11ondo » Franco Sansone, quanto meno sconcertanti: da essi traspare, infatti, più ancora che una distorta valutazione, la più completa ignoranza, da parte degli studenti, degli avvenimenti che ebbero luogo in Europa e in Italia tra il 1920 e il 1945. Tralasceren10 le risposte relative alla presa del potere da parte di Mussolini, al delitto Matteotti, ai patti lateranensi, alla guerra di Spagna, al nazismo, alla seconda guerra mondiale, alle persecuzioni antisemite; ci limiteremo a citare una sola risposta, che si riferisce alla Resistenza. Alla domanda: « Cos'era la Resistenza?», uno studente ha risposto: « Francamente, non lo so: non ho mai capito se fossero avventurieri od eroi, se combattessero per un ideale o per vendetta, se in buona o mala fede ». Siamo d'accordo con Sansone, quando conclude che « questo sondaggiogallup sulla non conoscenza della storia contemporanea, e soprattutto sul vuoto morale che tale ignoranza sottintende, è un po' il banco di prova per tutta la scuola italiana». Ma v'è di più. Anch,e a voler limitare il nostro discorso al solo tema della Resistenza, ci sembra che, dietro questo disinteresse di molti giovani, dietro questa loro freddezza, tra ironica e qualunquistica, nei confronti di un periodo che per i loro padri rappresentò il punto più alto della esperienza umana - l'ora in cui ciascuno conobbe se stesso per ciò che era, e, soprattutto, per ciò che voleva essere -, dietro questo atteggiamento, diciarno, non vi ':iia semplicemente la manchevolezza della scuola; e neppure il cambia1nento di valori legato alle trasformazioni intervenute nella società, la nascita di nuovi miti. In realtà, ìa colpa è di noi tutti, che alimentiamo - consapevolmente o no la confusione e gli equivoci. È già stato osservato che talune parole - come, ad esempio, la libertà, la democrazia - hanno acquistato una tale polivalenza di significati, che il loro uso può dar luogo a interpretazioni addirittura opposte. Press'a poco lo s.tesso sta accadendo per la Resistenza. Per convincersene, basterebbe dare · un'occhiata a quanto è stato scritto, in occasione del ventesimo anniversario della Liberazione, dai giornali delle varie tendenze. Non ci riferiamo, naturalmente, alle voci di parte fascista: è chiaro che, per i nostalgici, i partigiani furono e restano dei criminali traditori, al servizio del « nemico» e del « comunismo internazionale» (se non, addirittura,/ del « giudaismo»). 46 BibliotecaGino Bianco

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