Note della Redazione a quali pericoli espone l'avvenire stesso dell'istituzione che vorrebbe difendere. I professori di ruolo hanno troppo potere perché sia pensabile addomesticarli con un registro di firme o con misure di destituz.ione ( le quali, tra l'altro, potrebbero essere in. un domani strwnentalizzate in ordine a discutibili o riprovevoli fini politici, in quanto tali da ledere il principio di inamovibilità, che giusta1nente Ragghianti esaltava testé c01ne il vero carattere distintivo dell'Università in regim.e di cle1nocrazia rispetto a quella del periodo fascistico). Comunque, sarebbe forse interessante - in questi ternpi di boom sociologico - tentare una statistica dei professori che sfuggono ai colloqui con gli studenti, o che non presenziano agli esa,ni, o che non fanno lezione. Ma occorrerebbe accompagnare a tale statistica anche quelle degli studenti che non frequentano le lezioni, che te,110110le esercitazioni, o che gradiscono o non gradiscono la presenza del titolare all'esame; quelle delle volte in cui il cattedratico non ha potuto far lezione per n1ancanza di studenti, per « feriae matricularun1 », per scioperi studentPschi, o 1nagari perché invitato all'estero presso altri centri culturali a tenere conferenze o cicli di lezioni, o perché membro di con1missioni di concorso o di libera docenza, o perché Ministro o presidente della Repubblica o del Consiglio, o parlan1entare etc. Se tali statistiche si facessero. potrebbe capitare di scoprire che, da un lato, sia minore di quanto non si creda il numero dei doce11ri che volontaria1nente si sottraggono ai doveri del loro stato (e dovunque noti e faciln1ente individuabili) e che, dall'altro lato, sono quanto 1neno discutibili certe niisure di pseudocontrollo che si vorrebbero adottare. Né si dovrebbe dùnenticare che i professori di ruolo, attraverso il loro organo rappresentativo, sono stati gli unici a proporre, recente1nente, l'abolizione della sessione di febbraio, principalissima tra le cause di disordine nell'Università e della forzata riduzione ai minimi termini delle ore di lezione: nia quale partito di ,nassa avrà m.ai il coraggio di far propria questa proposta, che pure ,nirerebbe ad abolire un'invenzione deleteria del fascis1110? Si aggiunge, infine, che gli studenti dovrebbero partecipare piu attivan1ente alla vita degli organism.i univer itari. Speria,no che ciò avvenga davvero in 1nisura maggiore di quanto non ia ora: e che lo Stato appresti i mezzi finanziari perché ciò possa avvenire anzitutto al livello che più ùnporta e cioè quello dello studio, al quale è bene ogni tanto far riferùnento, perché, nei discorsi che oggi si sentono ripetere, pare che gli studenti tutto debbano fare nelle Università, tranne che studiare per diventare vera,nente adulti i servire il Paese nelle professioni e nella scienza. Si dice, infatti, che gli studenti dovranno collaborare coi docenti alla redazione· dei programmi:· ammettiamo pure che questa proposta abbia un fondamento per le Facoltà letteraria, dove, per le nozioni apprese al liceo, uno studente può anche provare a discutere col docente se sia o meno il caso di parlare di Dante o di Hegel, e non piuttosto di Montale o di Wittgenstein (ma il docente potrà anche rispondere che è divenuto professore di Università per aver illustrato la scienza coi suoi libri su Dante o su Hegel e che di Montale e di Wittgenstein, 43 BibliotecaGino Bianco
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