Note della Redazione 1na: onde tutti potrebbero insistere, co,ne se non ci fosse stata una riforma, e puntare comunque alla laurea. Ma queste sono perplessità di ordine 1ninore rispetto a quelle che suscitano le anticipazioni relative alla nuova sistemazione che senibra si voglia dare alla macchina dei concorsi per il reclutaniento del corpo insegnante. Si proporrebbero commissioni giudicatrici di sette membri, di cui quattro elettivi e tre sorteggiati contro gli attuali cinque 1nembri tutti elettivi. Ora è noto a chi ha qualche pratica di tali faccende, che, pur essendo le con11nissioni attuali fonnate da soli cinque me1nbri, molto spesso i concorsi subiscono ritardi di espletamento anche di anni, dovuti il più delle volte alle di111issioni a catena dei c01n1nissari che non sono d'accordo con la 111aggioranza venutasi a costituire nell'àmbito della com1nissione. Si tratta di una prassi antidemocratica e deplorevole, al1neno in linea di principio; 1na non occorre essere indovini per sapere benissimo fin da ora che cosa avverrebbe con com111issioni sorte quasi per metà ex nihilo, in cui la maggioranza, che dovrebbe essere « qualificata», cioè di 5 su 7, dovrebbe costituirsi, perché così si vuole, tra 111embri elettivi e membri sorteggiati. Né è difficile prevedere che il sistema ipotizzato finirebbe col cumulare soltanto gli svantaggi della conservazione e della riforma, istituzionalizzando inoltre un principio assai poco de1nocratico co111equello del sorteggio, che è un atto di assurda e palese sfiducia nel principio della libertà che si celebra nelle elezioni. Con questa logica si dovrebbe correggere anche il sistema delle votazioni per il Parlamento, o per le a1nministrazioni locali, perché stabilisce anch'esso, inevitabilmente, rapporti di potere tra gli eletti e gli elettori. Non sarebbe, invece, molto più radicale una netta elirninazione del diafra111n1a dei concorsi, che potrebbero venire agevol1nente sostituiti dalle chiamate delle Facoltà, così come avviene quasi dovunque, fuori d'Italia? Altro punto discutibile del disegno di legge è quello relativo ai Consigli di Facoltà: ne farebbero parte incaricati e assistenti di ruolo (pare, in rapporto di due più due: e se la Facoltà è di tre titolari, saranno dunque incaricati e assistenti a decidere le chia111ate dei vincitori di concorsi nei quali essi non si sono ancora ciJnentati o si sono ci111entati con esito negativo? j. In ogni caso, si tratta di un provvediniento vano, perché de,nagogico. Basta, infatti, riflettere solo per un istante allo strapotere che i prof essori di ruolo hanno di revocare gli incarichi, o di bloccare la carriera di un assistente, per rendersi conto del fatto che incaricati e assistenti di ruolo conterebbero in un Consiglio di Facoltà quello che oggi contano i liberi docenti nelle com1nissioni di libera docenza: nulla o quasi nulla. Ma si sente dire, d'altra parte, che la nuova legge prepara tempi duri per i_professori di ruolo. Si vorrebbe, infatti, istituire un registro di presenze da firmare e stabilire che l'insegnamento è inco1npatibile con non meglio identificate « attività concorrenziali » rispezto a quelle universitarie. Si prevede - dice l'on. Cui - perfino, in taluni casi di violazione nei confronti di questa incompatibilità, la destituzione dei docenti. Chi propone consi111ili 1nisure più o 1neno astratta.niente punitive, non ci sembra che si renda conto 42 BibliotecaGino Bianco
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