Nord e Sud - anno XII - n. 65 - maggio 1965

Note della Redazione zn sé le premesse di un ampio e coerente sviluppo 1netodologico-dialettico, tuttora in corso, capace di ricostruire l'intera realtà nella perenne farnia del giudizio storico, che è ricerca concreta, condizione di tutte le distinziovii e di tutte le unificazioni. Hegel stesso non è solo il metafisico dell'Assoluto, 111alo scopritore della Logica della filosofia, della Storia della filosofia, co1ne sviluppo coerente del pensiero umano, dello storicisnio com.e farnia 1noderna e unica del filosofare. Sostenere che oggi questi acquisti perenni e non rinunciabili del pensiero nioderno - che Croce ha approf andito e trasmesso alla filosofia italiana contemporanea - si possano in1pune1nente 111etter da parte solo perché sarebbero ancorati, nelle loro onnai lontanissime origini, a una nietafisica di tipo idealistico, è veramente un « gettare il bagno col bambino dentro », come suona un vecchio ma sempre efficace proverbio tedesco. Né, a dir vero, ci pare che questa sia l'intenzione dell'Abbagnano 1nedesimo, che, per esenipio, proprio nel suo articolo (senza cercare altre esemplificazioni nella sua Storia della Filosofia, carne altrove è stato fatto: cfr. la recensione di Raffaello Franchini, sul « Mondo » del 26 gennaio 1965, p. 9) risolutamente respinge ogni ipotesi di « niorte della filosofia » ed hegeliana,nente considera il filosofare « una fonna d'indagine che è senipre stata connessa con le piu alte civiltà e si può ritenere connessa con la stessa esistenza dell'uon10 ». Dunque, se l'uom.o dalla cintola in su è filosofo - come volentieri riconosce l'Abbagnano - e continuerà ad esserlo finché sarà uomo civile, davvero ci sen1bra che le carte dello storicismo crociano siano ben lontane dall'essere state giocate tutte: anche se, ovviamente, esso, conie tutte Le grandi filosofie, non può rivivere se non nelle negazioni e trasfonnazioni, nelle sconfitte e nelle vittorie, magari respinto da chi lo accoglie e accolto da chi lo respinge, nell'inesauribile vicenda della storia, la quale tutto se111bra distruggere nell'atto stesso che tutto conserva e tramanda alle generazioni future. L'Università corporativa Si sono avute sulla stampa quotidiana e settimanale varie anticipazioni sul cnntenuto del disegno di legge in allestiniento per la rifonna delle Università. E non possiamo dire che talune di queste anticipazioni non suscitino in noi qualche perplessità. In primo luogo, per quanto riguarda il triplice titolo di studio - diplonia, laurea, dottorato di ricerca - che potrà essere rilasciato ·dalle Università, si deve osservare che per il momento non si comprende quale relazione si pensa di stabilire fra un dottorato di ricerca, conseguibile solo due anni dopo la laurea, ed il vecchio istituto della libera docenza. Ma soprattutto se1nbra lecito chiedersi fino a che punto si sia tenuto conto della possibilità che la gran parte degli studenti potrebbe non dimostrare un sufficiente senso di autocritica e non ritenersi, quindi, degna soltanto di aspirare ad un diplo41 BibliotecaGino Bianco

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