Nord e Sud - anno XII - n. 65 - maggio 1965

Note della Redazione Abbagnano e l'idealismo Se fosse ancora necessario dare esempi del significato puramente funzionale e perciò approssin1ativo e « pseudoconcettuale » delle etichette filosofiche, l'articolo pubblicato da Nicola Ab bagnano sulla « Sta1npa » del 24 1narzo scorso, intitolato: La cultura italiana non è piu idealistica, potrebbe servire ottùna,nente a tale scopo. Non sappianio, intanto, se, scrivendolo, l'Autore pensasse a un poco noto saggio di colui ch'egli considera il principale obbiettivo della sua polemica, Croce, naturalniente, che fin dal 1943, ben prima cioe del periodo considerato dall'Abbagnano co,ne rappresentativo della fine dell'idealismo in Italia, parlava senz'amba?,i di Una denominazione filosofica da abbandonare: l'idealismo (Discorsi di varia filosofia, val. II, pp. 15-17): ma dobbiamo credere che non vi pen asse, altrimenti avrebbe dato tutt'altra impostazione al suo scritto, che traeva spunto da un fascicolo della rivi ta << De Ho,nine » di Franco Lonibardi, al quale si deve l'iniziativa di aver pro1nosso (e poi pubblicato nella sua rivista) una serie di conferenze sul te1na: « È la cultura italiana ancora idealistica?». Probabiln1ente Abbagnano, nel caso da noi ipotizzato, avrebbe adoperato 111aggior cautela nel distinguere lo storicis1no assoluto del Croce dall'idealismo attuale· del Gentile e avrebbe dato 1naggior peso al carattere nietodologico e antùn tafisico del pensiero crociano, di cui uno studioso a lui 1nolto vicino, il Bobbio, si ,nastrava lucidamente consapevole in un saggio pubblicato nel 1962 u « Belfagor ». E prima di pronunziare l'aspra sentenza di 1norte dell'idealismo nella cultura italiana si. sarebbe forse f ennato un n101nento a guardarsi intorno; e in tal caso il suo rispetto per i dati dell'esperienza, che giusta,nente egli rivendica contro la 1netafisica idealistica, gli avrebbe reso estre1na1nente facile il riconosciniento nelle Facoltà wnanistiche delle principali Università italiane di studiosi in igni, tuttora nel pieno della loro attività, e dai quali ,nolto ancora si aspettano gli tudi italiani e stranieri, tutti inipegnati nel varia,nente rifarsi, con diuturno travaglio, alla lezione ,netodologica del Croce e nel trarne se,npre nuovi stimoli di ricerca e di rifies ione. Faccia1no a caso qualche non1e, anche se sianio sicuri che piu d'uno potrebbe protestare per non essere stato ricordato: Mario Fubini, Aldo Garosci, Luigi Ronga, Mario Sansone, Stefano Bottari, Carlo Ludovico Ragghianti, Roberto Pane, Vittorio Enzo Alfieri, Adelchi Attisani, Nino Valeri, Rosario Romeo - e il catalogo si allungherebbe di n1olto se si dovessero ricordare i morti, le cui opere sono tuttavia vive ed efficaci sul pensiero dei giovani, e i tantissimi che, pur non potendo dirsi crociani, risentono in 1naniera spesso profonda e determinante l'infiusso della 1netodologia storicistica. Fatto sta - e questo spiega in parte la perentorietà del suo giudizio - che per l'Abbagnano l'idealisnio è la 1netafìsica di Hegel, che, anche se presso Croce e Gentile ha ricevuto (sono sue parole) . modificazioni i111portanti, costituisce pur sempre il punto di partenza di tutta la cultura idealistica. Tale nietafisica, che è quella dello « Spirito assoluto », sta, secondo l'Abbagnano, all'origine del privilegiamento della filosofia a suprema forma di conoscenza, 39 BibliotecaGino-Bianco

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