La Scuola media unica: primo bilancio tale. Il risultato, nelle intenzioni del docente, sarebbe quello di insegnare ai ragazzi a « guardare dall'altra parte ». Dopo l'osservazione delle cose dal punto di vista esteriore dovrebbe intervenire l'osservazione interiore, quella che educa l'emozione, la fantasia, il sentimento, il senso del bello: se facciamo esaminare agli alunni una mela, non solo oggettivamente, ma invitandoli a dire tutti i pensieri che la mela desta in loro, « l'oggetto mela si arricchisce di significati e di valori, e la mela uguale per tutti diventa la mela particolare di ciascuno », quella che ricorda un frutteto visto nell'infanzia, o persino la storia biblica di Adamo ed Eva. Ora, simile tipo di esercitazione lascia inevitabilmente perplessi. Forse potrà essere utile perché abitua l'allievo a guardarsi intorno e soprattutto a formarsi degli strumenti linguistici; e questo vale soprattutto per i ragazzi delle comunità di montagna o dei centri contadini, che rappresentano nella loro famiglia la prima generazione di studenti e che, prima ancora di formarsi una cultura generale, devono stabilire un contatto con il mondo che li circonda ed imparare ad esprimersi. Ma ci si augura che i soggetti di osservazione prescelti possano essere più interessanti ed utili di una penna o di una mela: ed esser tratti piuttosto dal paesaggio, dalla cronaca di avvenimenti quotidiani. Insomma, non si vuole affermare che, nelle odierne condizioni, il n1etodo di insegnamento tradizionale possa essere il solo valido, ma si vuol rilevare che il metodo attivo si presta a pericolose storture e deformazioni. In fondo, alcuni difetti di solito imputati alla Nuova Scuola Media non sono dovuti tanto ai regolamenti, quanto ad una loro falsa interpretazione, dovuta ad eccesso di zelo. Il quale è, però, sempre più apprezzabile dell'atteggiamento assenteistico assunto da quei presidi e professori che si sono dimostrati riluttanti ad adottare i nuovi sistemi. Non è raro il caso di capi d'Istituto che hanno esortato i loro insegnanti a « continuare pure con i vecchi metodi »; o che hanno applicato alla lettera i nuovi regolamenti non per ottemperare alle disposizioni ministeriali, ma piuttosto per mettere in rilievo certe incongruenze ed assurdità della riforma; né il caso di insegnanti ostili per programma ad innovazioni troppo scomode ed impegnative. Bisogna riconoscere d'altra parte che gli insegnanti si sono trovati impreparati di fronte alle esigenze della nuova scuola, mancando di cognizioni nel ~ampo psicologie.o e pedagogico. Si ha un bel dire che « insegnanti si nasce »; la vita moderna ha più che mai dimostrato che una seria specializzazione è necessaria in ogni tipo di professione, e ~he il concetto di vocazione naturale, tanto caro ai nostri padri, è oggi da integrare con quello di una cosciente preparazione tecnica. È perciò augurabile che il Ministero e gli altri organi competenti vogliano colmare al più presto 35 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==