Marisa Càssola d'interesse », che sono stati oggetto di tante discussioni: si consiglia di intrattenere gli allievi per circa un mese: intorno ad un argomento scelto in base a criteri forni ti dalla psicologia : osservazioni della realtà esteriore nei primi anni, poi graduale passaggio alla vita intima ed affettiva colta attraverso fintrospezione. E chiaro che i suggerimenti del centro didattico avevano un valore puran1ente indicativo: è accaduto, invece, che gli insegnanti li abbiano scambiati per delle direttive obbligatorie, e li abbiano applicati alla lettera, accettandoli come schemi prefabbricati, non suscettibili di alcun n1utamento. Così, ad esempio, in centinaia di scuole ci si è soffermati lungo tempo sulle quattro stagioni, unicamente perché questo « centro d'interesse » era servito come esempio ai compilatori del succitato commento. Ancora male inteso è risultato in taluni casi il coordinamento suggerito dai riformatori fra le varie materie, che spesso è stato interpretato in modo puran1ente esteriore. Che utilità può avere, ci si chiede, collegare la poesia di Carducci Il bave con le nozioni di zoologia sui bovinì, corne ci consta che abbiano fatto alcuni insegnanti? Oppure studiare il problema del traffico stradale non solo dal punto di vista pratico, ma anche da quello geografico (caratteristiche_ del paesaggio), storico (strade consolari e medioevali), scientifico (cultura del terreno), letterario (poesie e prose relative all'argomento)? Questo tipo di collegamento è suggerito dallo stesso Movimento Circoli della Didattica; ma in verità ci sembra che non in questo debba consistere il lavoro parallelo fra insegnanti di diverse materie, che potrebbero collaborare proficuamente in altri sensi, creando negli allievi una coscienza storica dei vari problemi, oppure abituandoli a sfruttare, nella preparazione di ogni disciplina, gli strumenti acquisiti nello studio di altre, per esempio nelle materie tecniche la proprietà di linguaggio creata dallo studio della lingua italiana. Tutti metodi che esistevano anche nella scuola tradizionale, ma clie ora si impiegano con maggiore coscienza dei mezzi e dei fini. Così pure l'apporto della psicologia nell'insegnamento, inteso in n1odo troppo pedantesco, può disorientare gli allievi, creando in loro una falsa visione della cultura. Un professore, ad esempio, come risulta dagli Atti del Convegno « Scuola e Città », suggerisce di far osservare agli alunni un oggetto d'uso comune, per esempio una penna, descrivendola in tutti i suoi particolari e definendo anche la funzione di ogni sua parte. Da questo tipo di osservazione si può ,passare anche a quella comparativa, confrontando due penne fra di loro, o ancora invitare gli allievi a guardare la penna dall' alto, anziché in senso orizzon34 BibliotecaGino Bianco
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