La Scuola media unica: primo bilancio uno studio episodico e fram1nentario e non si acquisterà l'abitudine ad un lavoro sistematico. L'utilità di tali ricerche, del resto, nelle intenzioni stesse dei riformatori, non è tanto da riporre nei fini culturali, quanto nella formazione di una sensibilità sociale negli allievi, che si abituano così al lavoro comune e al rispetto della personalità umana. La socializzazione è intesa anche come un mezzo per combattere la dannosa tendenza conservatrice delle famiglie italiane, che, gelose della loro intimità, sottraggono i figliuoli ad ogni attività collettiva e mostrano una deprecabile inclinazione alle discriminazioni sociali. 4. L'atteggiamento degli insegnanti. Senza dubbio, come sopra si è detto, il maggior ostruzionismo alla riforma della scuola è nato non tanto dall'opinione pubblica quanto all'interno della scuola stessa, da parte di Presidi e professori. Essi lamentano l'appesantimento burocratico che la riforma comporta: infatti il semplice registro non è più ritenuto sufficiente a rispecchiare la situazione di una classe: occorrono schede singole per ogni alunno, relazioni sulle condizioni della scolaresca, verbali che riferiscano sulle riunioni del Consiglio di classe, piani per lo svolgimento dei programmi. È ovvio che il tempo richiesto da questo lavoro massacrante e non sempre produttivo, potrebbe essere meglio destinato dai professori alle ricerche, all'aggiornamento su problemi pedagogici e didattici di urgente soluzione. Altro motivo di malcontento è il fatto che la riforma sia stata imposta dall'alto, e che gli educatori l'abbiano dovuta subire senza essere chiamati ad esporre il loro punto di vista. Effettivamente la scuola media è dominata da un potere centrale, che con una semplice circolare può abolire o mutare una disposizione di legge, e che generalmente agisce più rispondendo a criteri economici e amministrativi che ai veri interessi della pubblica istruzione. Per di più, alcuni centri didattici che hanno avuto una parte preponderante nell'elaborazione della riforma, hanno finito coll'acquistare una vera egemonia nel campo scolastico, che non giova certo al libero sviluppo della scuola. Di questa influenza eccessiva di alcuni organi centrali sulla vita della scuola, ci sembra, però, siano gli stessi insegnanti ad essere tal-. volta responsabili. Ad esempio, il Movimento circoli didattici ha raccolto una serie di studi sulla Scuola Media Unica in un poderoso volume, che ha avuto la massima diffusione fra gli _insegnanti. Esso, commentando la legge, fornisce indicazioni sui modi in cui possono essere applicati i regolamenti sull'insegnamento delle singole materie, e, per l'avvio alla composizione italiana, suggerisce i famosi « centri 33 BibliotecaGino Bianco
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