Nord e Sud - anno XII - n. 65 - maggio 1965

La Scuola media unica: primo bilancio completo del sapere, discende la inevitabile scomparsa dell'insegnante di classe. Risulta abolito, infatti, il « prepotere » dell'insegnante di lettere, e le sue funzioni sono demandate al Consiglio di classe, che, riunendosi periodicamente, cerca di imprimere un comune indirizzo all'insegnamento delle varie materie, e conforma il suo piano di lavoro alle esigenze della scolaresca. Per quanto riguarda i nuovi metodi, essi sono basati soprattutto sulla « individualizzazione » dell'insegnamento, che mira a promuovere uno sviluppo spontaneo della personalità del discepolo. Non è più il professore ad impartire ex cathedra la lezione, ma è l'allievo che propone di volta in volta le mete educative cui mirare; al docente spetta solo una funzione coordinatrice delle diverse tendenze, e a questo scopo egli deve promuovere nei giovani lo spirito di ricerca, suggerendo loro i mezzi più idonei per soddisfare le proprie esigenze culturali. Così nella Scuola Media Unica grande rilievo assumono le « ricerche di gruppo » che, oltre a stimolare gli interessi culturali dei ragazzi, hanno lo scopo di creare in loro una coscienza civica e sociale. Come si vede, la riforma parte dal presupposto non tanto di insegnare delle nozioni, quanto di « insegnare ad imparare »: all'antico metodo deduttivo si contrappone il metodo induttivo e sperimentale, il cosiddetto sistema della « riscoperta »; al metodo tradizionale, diretto a formare anzitutto nell'allievo una cultura generale, si contrappone la tendenza a formare la personalità del discepolo nel complesso delle sue attitudini e delle sue capacità. Queste le linee essenziali del rinnovamento, che ha provocato, corne è ben noto, interminabili polemiche, e ha trovato opposizioni non solo da parte delle famiglie, ma anche all'interno stesso della scuola, da parte di Presidi ed educatori. La riforma, si è detto, è stata attuata troppo precipitosamente, quando, all'impegno massiccio assunto dallo stato sia nel campo economico che in quello organizzativo, non corrispondeva ancora una adeguata preparazione. La classe insegnante, per esempio, avrebbe necessitato di un indirizzo specializzato, ispirato ai criteri della moderna pedagogia, sociologia, psicologia; e soprattutto inadeguate erano ancora ai nuovi sistemi le attrezzature scolastiche: si pensi, per esempio, alla carenza di biblioteche e di_ materiale scientifico nelle scuole, carenza che ostacola seriamente le ricerche di gruppo, tanto propugnate dai riformatori. Sulla discussa precocità della riforma si può dire ancora di più: in Italia non si è ancora riusciti a combattere adeguatamente l'analfabetismo, i cui indici restano paurosamente alti in talune regioni: non è dunque troppo ambizioso adeguarsi ai criteri scolastici seguiti in altri paesi europei dove il livello medio_ di 29 BibliotecaGino Bianco

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