Giuseppe Sacco cora possibile - la riunificazione - attraverso la sola via che resterebbe aperta: la trattativa diretta, su posizioni debolissime, con il governo di Mosca. Quanto poco saggia sia la moderazione americana di fronte alle provocazioni sovietiche a Berlino è, a questo punto, pienamente evidente. La possibilità che questa moderazione costituisca una prima manifestazione del comportamento « differenziato » nei confronti dell'azione diplomatica del comunismo europeo ed asiatico (per cui al primo si lascerebbe maggiore possibilità di manovra in Europa, contro un'ipotetica tolleranza sovietica all'inflessibilità americana in Asia) giustifica pienamente qualsiasi inquietudine. Se la scelta « asiatica » della Casa Bianca dovesse confermarsi, non resterebbe alla Germania democratica - che già ha subito, negli ultimi tempi, una non breve serie di gravi sconfitte diplomatiche - altra via d'uscita che una «nuova Rapallo». Abbiamo sottolineato in un recente articolo 15 come la logica del proprio interesse ben compreso spinga tuttora la Germania occidentale verso un'integrazione sempre più profonda con l'Occidente e con l'Europa; ma è inutile nascondersi che - nel caso di una scelta « asiatica » dell'America, o anche, come si verifica attualmente, di una polarizzazione dell'attenzione americana sulla questione del Vietnam e dell'inesistenza di una politica per l'Europa - la perseveranza· e la fermezza della dirigenza tedesco-occidentale nella sua scelta occidentale potrebbero esaurirsi più rapidamente di quanto non ci si aspetti. Gli Stati Uniti non sono privi di responsabilità per i rovesci diplomatici subiti di recente da Bonn. L'improvvisa freddezza americana riguardo al progetto della MLF, dopo che Erhard e Schroeder vi si erano, anche per le insistenze americane, impegnati a fondo, è il caso più macroscopico, ma non il solo. Se i tedeschi dovessero un giorno ritenere che tali responsabilità discendano non solo da una certa mancanza di mestiere dell'attuale Presidente degli Stati Uniti nelle questioni di politica estera, ma anche da una scelta deliberata, è possibile che si diffonda nella Germania democratica una valutazione nuova degli interessi della RFT, di cui si avvertono oggi solo le prime avvisaglie. Quando il direttore di « Der Spiegel », Rudolf Augstein, rilevava che all'affermazione di De Gaulle, secondo la quale il problema tedesco interessa essenzialmente gli europei, si può obiettare che esso invece riguarda in primo luogo i tedeschi, e che quindi la logica di De Gaulle porta ad una « nuova Rapallo » 16 , la sua era una voce isolata, la voce 15 Vedasi il nostro articolo: La disponibilità della Germania nel n. 124 di « Nord e Sud», marzo 1965, pag. 22. 16 Vedasi, in « Der Spiegel » del 17 febbraio 1965, l'articolo di Rudolf Augstein, dal titolo Nach De Gaulle: Rapallo. / 20 BibliotecaGino Bianco
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