Nord e Sud - anno XII - n. 65 - maggio 1965

Gli Stati Uniti tra tAsia e l'Europa soria - così profondamente i dati e la struttura stessa della situazione europea che i rapporti tra gli USA e gli altri alleati non possono rimanere immutati. Analogamente sono comprensibili i timori di un perpetuarsi ed istituzionalizzarsi, e quindi aggravarsi, della frattura del mondo occidentale. Dato il carattere delle istituzioni politiche di questi paesi, e la crisi di adattamento che tali istituzioni oggi attraversano, il dissenso con la massima potenza democratica potrebbe favorire l'instaurarsi, nei paesi europei, di regimi caratterizzati da istituzioni di tipo autoritario, da politiche aspramente conservatrici all'interno e avventurose all'estero, da uno spirito di rivincita diretto in parte, se non in tutto, contro la troppo grande potenza dell'alleato. Il dissenso con gli Stati Uniti sarebbe in tal caso destinato ad approfondirsi e a perpetuarsi, essendo di fatto connaturato alla struttura stessa che i sistemi politici dell'Europa Occidentale avrebbero così assunto; e da un simile assurdo antagonismo con la più moderna democrazia tali sistemi trarrebbero, anzi, quotidiano alimento. La profonda trasformazione conservatrice e nazionalista dell'Europa - trasformazione sia degli stati europei, sia dei loro rapporti e della situazione politica del continente -, di cui non sono mancate avvisaglie e sintomi significativi a partire dal 1962, e soprattutto negli ultimi mesi, creerebbe una situazione in cui una politica che accordasse alla diplomazia sovietica un più largo campo di manovra in Europa, in cambio di qualche concessione nell'Asia Sud-orientale, sarebbe doppiamente pericolosa. Al limite, tale politica porta, infatti, con sé la negazione di una delle sue stesse premesse, spingendo la Russia, mentre le offre la possibilità di un'azione diplomatica a vasto raggio in un continente così debole e diviso, verso atteggiamenti più aggressivi di quello che gli Stati Uniti le attribuiscono come probabile per il futuro prevedibile, e che da essa si attendono. La convinzione americana del sostanziale disinteresse dell'Unione Sovietica per le questioni del Sud-est asiatico, e del comportamento moderato che, nella presente situazione interna, essa non potrebbe non tenere nelle questioni di politica internazionale, si era venuta formando negli anni di Kruscev, quando la preoccupazione della pace era divenuta dominante al Cremlino. Il governo americano sembra convinto che nuqa sia fondamentalmente cambiato con l'allontanamento dal potere di Kruscev, e che nulla possa davvero trasformarsi, perché del tutto inalterata resta la gravità dei problemi interni della Russia Sovietica, e la necessità di farli passare avanti alle questioni internazionali. Ma ciò non significa che le innovazioni introdotte nel comportamento diplomatico sovietico si limitino soltanto ad un cambiamento di tono 15 BibliotecaGino Bianco

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