Nord e Sud - anno XII - n. 65 - maggio 1965

Clemente Maglietta delle cose da fare, della Costituzione da applicare, del progresso da avviare. Si dice che non si vuole il con1promesso, al quale si pensa in termini apocalittici. Si afferma non di volersi incontrare, perché non è possibile ..., ma semplicemente di volersi co1nprendere. Ebbene, noi affermiamo qualcosa di profondamente diverso. La parola « compromesso » può falsare il significato di quello che diciamo e può offendere l'intimo e profondo sentimento di ciascuno. Diciamo allora che occorre giungere « al punto di incontro ». Senza questa volontà, il dialogo non solo è inutile; è semplicemente impossibile. È la vita italiana che attende il « punto di incontro » tra cattolici e marxisti, perché la cattolica e la marxista sono le due correnti che occupano lo spazio maggiore nella vita italiana. Impostata. la questione in questi termini, ci sentian10 largamente autorizzati a pensare ed a dire - senza offendere nessuno - che il dialogo sarà veramente possibile, e proficuo, quando si comprenderà l'essenza di quello che, in termini di attualità, si de.finisce « coesistenza ». La convinzione della necessità della coesistenza, la convinzione di non potere eliminare con la violenza l'altra parte, la convinzione di non poterla neppure ignorare. Di qui la grande importanza di. quello che si chiama il terzo mondo, e del confronto dialettico tra la cosiddetta fame del mondo e la esaltante tecnica della produzione, capace di sfamare il mondo. Ci scusiamo con entra1nbi gli· interlocutori del dialogo per le cose che diciamo, e ci scusiamo anche con quelle forze politiche intermedie che non riescono ad esercitare, nella vita italiana (per la formazione della sua classe politica e della sua unità), un peso determinante, e neppure crescente. Da queste considerazioni deriva allora la conclusione che sembra drammatica agli uni, opportunistica agli altri, ingenua a molti. La soluzione di _quello che viene definito problema del dialogo sta nel parlare concretamente un linguaggio confrontabile e trasformabile in fatti per una volontà conzune. Per questo occorre svincolare l'una e l'altra parte da quello che rappresenta il passato, al quale troppo si resta ancorati per tradizione, per interesse, per costume. Si tratta, in termini semplici e comprensibili, dell'unica via che in lunghi anni di onesta vita politca siamo venuti scoprendo. ·C'è la Democrazia crsitiana, con la sua fittizia unità, con la sua fisima dell'interclassismo, con la sua mania del potere: un partito che, in definitiva, per la somma dei suoi complessi, dei suoi conati e delle sue impotenze, rappresenta -- oggi - la conservazione. Un partito che bisogna si liberi dai complessi, come s1 dice; ed i complessi sono rap126 BibliotecaGino Bianco

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