Nord e Sud - anno XII - n. 65 - maggio 1965

Cle1nente Maglietta ascoltatore. Qualcosa di simile a quello che fu realizzato anche nella Unione Sovietica ai primi tempi della rivoluzione. Unica differenza era che a Roma vince l'amico del Cristo ed a Mosca l'ateo. Ma sono confrontabili queste ideologie? Noi riteniamo• di no, nei termini in cui la questione si trova collocata. Un confronto - se di confronto si può parlare - dovrebbe avere luogo tra la ideologia cattolica e la ideologia marxista, che è cosa più vasta, e diversa, di quella che comunemente si definisce comunista. Soprattutto oggi che assistiamo al travaglio di un mondo organizzato, al quale si accompagna - diciamolo con tutto il rispetto - un travaglio ideale. Cattolicesimo e marxismo, Università Gregoriana ed Istituto MarxEngels, Circolo Grandi e Istituto Gramsci. Questi sono ambienti confrontabili. Non sono confrontabili il seguace di La Pira ed il Partito Comunista sullo scivoloso e delicato terreno ideologico che porta da un lato alla eresia e dall'altro alla sconfessione. Dobbiamo onestamente riconoscere queste cose, se vogliamo che i nostri piedi restino sul solido terreno della realtà. E poi, diciamocelo francamente, sul terreno del pensiero « astratto», e su quello della sua purezza, non c'è- alcuna possibilità di confronto. Si tratta di linee parallele che non si incontreranno mai, neppure se qualche matematico scoprirà che le parallele si incontreranno in un certo luogo dell'infinito, sulla base di una formula complicatissima rivelata da un perfetto apparecchio elettronico. Storia, dialettica, legge dei contrasti, direttiva politica sono i binari su cui si muove la ideologia e la pratica comunista; e, anche se a certi livelli si possono raggiungere o rasentare i confini del dogma, difficilmente verranno superate le frontiere del mondo accessibile, sconfinando in quello dell'immaginazione, delle credenze, delle fedi. *** Se ci poniamo, invece, sul piano della ricerca dei termini veri di un possibile confronto, siamo costretti a lasciare le sfere sublimi e a scendere sul terreno della concretezza dei fatti e della realtà degli uomini. Se dialogo è possibile, esso avverrà proprio su quel terreno, che abitualmente, dagli interlocutori candidati al dialogo, si considera non· praticabile. Il solo confronto possibile, il solo dialogo possibile, è quello che è imposto dalla coabitazione e dalle esigenze nella vita: dal rapporto di forza e dalla percezione di esigenze storiche determinate obiettivamente, o anche soggettivamente, dalla realtà nella quale vivia1no. Nello 124 BibliotecaGino Bianco

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