Nord e Sud - anno XII - n. 65 - maggio 1965

, Considerazioni sul « dialogo » soprattutto in un paese nel quale non ci sono quelle tradizioni che la chiesa francese è venuta accu1nulando attraverso esperienze di ogni sorta portando fino in fondo la sua esperienza nella realtà succeduta alla grande Rivoluzione. Che possibilità di confronto esiste tra un interlocutore, praticamente isolato dal ceppo da cui trae origine la sua ideologia, ed un altro che ha alle sue spalle tutto un apparato? Sono don1ande, queste, alle quali la sola risposta che si può dare è negativa e tale da consigliare, proprio nell'interesse del dialogo, un ridimensionamento delle proporzioni; portando le cose nell'alveo naturale di una disputa cortese, di un dibattito acceso tra forze giovanili, che spontaneamente si confrontano in un colloquio-contrasto che solo potrà fare spng1onare la scintilla dell'interesse. * * * Altra considerazione che ci sembra di rilievo è la seguente: bisogna domandarsi se realmente sia possibile un dialogo - come si dice - a livello culturale. La cultura non è un fatto avulso dalla realtà politica ed ideologica. È un fatto, anzi, così sostanzialmente legato alla vita, da riceverne diretta ed immediata caratterizzazione. Il confronto di due culture esige anzitutto la possibilità di delimitarne e precisarne i confini; e questo non può avvenire ai livelli immaginari di una « cultura cattolica » e di una « cultura comunista », così definite e precisate. Quello che sta avvenendo nel mondo, in materia di cultura, è un fatto così confuso e contraddittorio, e nello stesso tempo così caratterizzato e cosmopolita, da non comprendere, noi che parliamo, quale cultura si confronterebbe ad altra. La verità è che si tratta di confronto ideale, di aspirazioni, di impulsi semplici di carattere popolare, e sostanzialrnente umano; e questo non definirei cultura, ma piuttosto vita, politica; società. Un malevolo interlocutore potrebbe dire che la cultura « cattolica » e quella « comunista » hanno qualcosa di comune nell'imprimatur rispettivamente della autorità ecclesiastica o della gerarchia politica; ma questo sarebbe un tentativo di portare il discorso ad un livello al quale noi non vogliamo assolutamente abbassarci. *** A questo punto il residuo ultimo . del discorso sul dialogo è la ideologia; ed involontariamente esso ci riporta a quel metodo della Chiesa di colloquiare dal pulpito, facendo la parte del Cristo e dell'anticristo, per creare un dialogo popolaresco a convincimento dell'ingenuo 123 BiqliotecaGino Bianco

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