Nord e Sud - anno XII - n. 65 - maggio 1965

Clemente Maglietta tutte e tre scomparse in modo anche tragico e dra1nmatico, la cui vera « storia » è forse cominciata nel momento in: cui la· morte o l'isolamento avrebbero dovuto portare l'oblio, ma la cui scomparsa rientra nella evoluzione e nel contrasto della drammatica vicenda umana che stiamo vivendo. * * * In questo quadro si inserisce, minuscolo tentativo, piccola pietruzza, il cosidetto dialogo, che noi rispettia1no e seguia1no quasi con affetto, sia pure velato dalla melanconia che viene dalle cose che si considerano premature e deboli, quasi evanescenti. Il nostro contributo al discorso è perciò diverso perché è portato su di un piano che vuole giungere alla intesa, alla coesistenza, alla collaborazione, ma respinge tutto ciò che di questo dà soltanto l'illusione, senza riuscire a mettere in movimento le forze reali, ad avviare le trasformazioni organizzative, strutturali e politiche che sole possono consentire un intervento tale da modificare le condizioni della nostra realtà nazionale. Diciamo così perché non vogliamo passare sul piano storico, su un piano che ci fornirebbe molteplici esempi di un vecchio contrasto, ora ideale, ora ten1porale, ora economico, 0.ra fondato sull'intrigo e la violenza, od anche sull'abilità diplomatica, fin da tempi assai lontani: fatti ed esperienze dai quali il politico deve trarre non elemento di risentimento, ma di n1editazione e di comprensione per la determinazione delle stesse sue scelte. Dall'u,na e dall'altra parte. Si tratta, prima di tutto, di sapere e di valutare esattamente i termini del dibattito. Ed ecco la nostra opinione. Un dialogo si realizza tra eguali. Essere eguali significa non soltanto porsi in un determinato rapporto di forza, ma costituire elementi confrontabili. Non è possibile a nostro avviso perseverare in un « dialogo » che abbia due interlocutori assolutamente diversi e anche sproporzionati. Da un lato, un gruppetto di giovani; dall'altro, un partito come quello comunista. S'intende che la nostra considerazione ha valore se riportata a livello nazionale, ché a livello locale i termini possono equilibrarsi proprio per le considerazioni che abbiamo fatto più sopra. La sproporzione delle forze porta inevitabilmente alla sopraffazione morale e materiale. Ogni dialogo è la espressione di un più ampio colloquio, o dibattito, e questo è possibile per l'uno, mentre è escluso per raltro interlocutore, 122 BibliotecaGino Bianco

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