Nord e Sud - anno XII - n. 65 - maggio 1965

Considerazioni sul « dialogo» mentre al Parla 1 mento avrebbe continuato a parlare tra ironie e sorns1, finendo, forse, come altri, in un convento. Il suo fascino personale è determinante ed io stesso, che pure militavo in opposta posizione politica, ho sempre avuto per lui amicizia, rispetto per la sua fede e per il modo popolaresco ed ingenuo di professarla ed ammirazione per la sua modestia di costumi e per la sua profonda, assoluta onestà. *** Questo intermezzo «umano» non è inutile a definire i termini della discussione che intendo portare avanti e a determinare i limiti di una vicenda che non credo possa scalfire il blocco delle incomprensioni (parola inadatta, che adopero all'inizio, per eliminarla nelle conclusioni). Come si pone, infatti, la questione? Da un lato del tavolo ci sono questi giovani intelligenti, volenterosi, coraggiosi ed anche preparati. Dall'altro, ci sono, apparentemente, dei coetanei, per i quali si possono usare eguali espressioni; in realtà, c'è un partito. E questo è_un fatto troppo sproporzionato per la modestia degli impegni e conduce alla strumentalizzazione - senza che lo si voglia, o addirittura contro ogni sincero desiderio - di ogni rapporto. Io sono per i colloqui, per i dialoghi, per gli incontri, per il lavoro comune, non solo perché lo penso, ma perché l'ho fatto come sindacalista, come parlamentare e come uomo. Questo mi autorizza - senza alcuna remora o preoccupazione - ad esprimere tutto e sinceramente il mio pensiero. * * * Gli interrogativi sono molti, e solo di alcuni parlerò, ma sono di peso. Si dice che il dialogo si svolga sul piano culturale. Si dice che non v'è nessun tentativo di equivoco compromesso tra le due parti e si afferma dagli uni che si vuol restare ortodossamente nella chiesa, che si ringiovanisce e rinnova, e dagli altri che si vuol restare nel marxismo, spogliato dei fronzoli della dittatura personale e d~lle deviazioni. Si deve dire che qualche cosa di vero c'è in quella tendenza che così ingenuamente si esprime e si riassume in tre nomi (senza che si attribuisca esclusivamente a nessuno dei tre, ma piuttosto alla contemporanea loro presenza sulla soena del mondo, un significato che la storia non può considerare occasionale) : Papa Giovanni, Krusciov e Kennedy. Tre figure diverse, di formazione e di aspirazioni diverse, 121 BibliotecaGino Bianco

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